Dal 15 ottobre al cinema con Officine UBU il film vincitore dell’Orso d’Argento alla scorsa Berlinale, Imprevisti digitali (Effacer l’historique), scritto e diretto dalla coppia di cineasti Benoît Delépine e Gustave Kervern, per la terza volta a Berlino. Un film tragicomico che affronta in maniera beffarda le conseguenze dei social media nella vita delle persone, raccontando le vicende di tre anti eroi, sopraffatti dal mondo 2.0, che a un certo punto decidono di lottare contro le grandi potenze digitali del mondo moderno. Ambientata in un sobborgo di provincia, la storia ruota intorno a tre vicini di casa: Marie (Blanche Gardin), è una madre che vive dell’assegno familiare del suo ex marito, ed è vittima di un ricatto di sextape che rischia di farle perdere il rispetto di suo figlio; Bernard (Denis Podalydès), è un padre pieno di debiti che cerca di rivendere oggetti online e di proteggere sua figlia, vittima di bullismo in rete e a scuola; Christine (Corinne Masiero) che, dopo aver perso tutto a causa della sua dipendenza da serie TV, è alle prese con le valutazioni tutt’altro che brillanti sulla sua carriera di autista Uber.
“Il film parte da una situazione del tutto personale ed è pieno di elementi ed esperienze che abbiamo provato in prima persona”, hanno rivelato i registi, qui alla loro decima pellicola insieme, capaci sempre di analisi ironiche quanto incisive sulla società. “Forse le giovani generazioni sono molto a loro agio con le nuove tecnologie, ma ci sono molte persone, come noi, che si sentono a disagio con il mondo digitale di oggi, che per noi è un po’ più difficile da affrontare”. Una globalizzazione incontrollata, in cui tutto sembra essere nelle mani di un potere immateriale e senza volto, che controlla e divora le nostre identità, per ricavarne dati utilissimi da passare, poi, al mercato.
“Si potrebbe pensare che la questione della privacy sia minima rispetto ad altri problemi più grandi, ma è rappresentativa di un circolo vizioso”, ha dichiarato Gustave Kervern. “C’è stato un vero proprio cambiamento antropologico, ha fatto eco l’attrice Blanche Gardin che ha rivelato di ammirare da tempo la parte poetica e sociale del lavoro dei due cineasti. “Oggi, attraverso i nostri telefonini sempre a portata di mano, indossiamo tutti telecamere di sorveglianza. E’ come se fossimo diventati gli strumenti di controllo di tutti”.
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