“O esprimersi e morire, o restare inespressi e immortali”. Con questa celebre frase di Pier Paolo Pasolini si apre il secondo capitolo del documentario Il sogno di una cosa – prodotto da Velvet Movie in associazione con Luce Cinecittà – che Leonardo Ferrari Carissimi presenta nella sezione Storia del cinema della Festa. Un breve film (45 minuti) che unisce immagini di repertorio, tre interviste reali (a Marina Cicogna, Alessandra Zigaina e Antonio Mancini “Accattone”) e tre interviste “immaginarie” (un accademico, un regista e una psicanalista) per mettere in immagini la teoria del pittore e saggista Giuseppe Zigaina, secondo cui la morte di Pasolini sarebbe stata concepita, profetizzata e organizzata da lui stesso, “come estrema rappresentazione teatrale”.
“Mia nonna mi regalò il libro di Zigaina ‘Pasolini e il suo nuovo teatro, senza anteprime, né prime, né repliche’ – dice il regista – e la passione che avevo per Pasolini si trasformò in un’ossessione. Quel libro gettava una luce nuova sulla figura e sulla storia dell’intellettuale, fornendo una reinterpretazione delle sue opere non analitica, né ermeneutica, ma che andava oltre, rintracciando tracce, segnali e descrizioni della morte violenta che avrebbe subìto”. Come sottolinea Ferrari Carissimi, Zigaina era anche un grandissimo amico di PPP, ma il suo “è stato un approccio filologico, un’analisi linguistica per spiegare come quella morte tragica fosse stata non solo profetizzata da lui, in modo cifrato, come un alchimista, ma anche voluta”. Sulla decisione di accostare le interviste vere a quelle immaginarie, il regista spiega: “Ho questo stile documentaristico, mi piace formulare delle teorie frutto di studio ed esprimerle con l’aiuto di attori. Ma attenzione, in ciò che viene detto dagli attori nel film non c’è nulla di falso, mettono in scena fatti, non illazioni”.
Il sogno di una cosa ha avuto il suo primo incontro con il pubblico alla Festa del Cinema e ora si aspetta di conoscerne il percorso distributivo. Intanto, Leonardo Ferrari Carissimi profetizza: “Mi aspetto qualche polemica per questo film, la teoria che espone non è conosciuta e Zigaina è stato osteggiato. E poi, se Pasolini non è stato ucciso dai fascisti, si toglie un bel pezzo alla sinistra, la mitizzazione di un combattente ideologico che è stato messo a tacere”.
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