Il ritorno di Simba, ruggente e sostenibile

Anteprima de Il Re Leone: dopo l’animazione del ’94, la versione photo real. Le voci di Elisa e Mengoni


C’era una volta Il re leone, e c’è ancora: il film si presenta fedele nella trama all’animazione di 25 anni fa (1994), forte di una colonna sonora ancora a cura di Hans Zimmer e di una veridicità espressiva antropomorfa conferita dagli sguardi intensi degli animali, che puntano dritto al cuore di chi guarda, abbattendo ogni confine tra mondo animale e umano. S’innesca così una circolare identificazione basata sui valori della vita – paternità, paura, potere – nel nome della celebre canzone Il cerchio della vita, già portante nel primo film, qui riproposta in apertura, insieme a tutta la colonna sonora originale. Scelta centrata per un film così fortemente identificato anche per la propria traccia musicale, nell’originale assoluto di Elton John, con Tim Rice autori di cinque dei più famosi brani del lungometraggio: Il cerchio della vitaVoglio diventare presto un reSarò reHakuna Matata e L’amore è nell’aria stasera.

Il re leone, versione “photo real”, come la definisce la Disney per precisare si tratti di un’immagine più specifica del live action, è un film che rapisce occhi e cuore per la bellezza visiva: l’ambiente della savana con tutta la sua gamma di cromìe calde e il dettaglio materico di sabbie, rocce e flora, universo della storia e degli animali che ne sono protagonisti, in assoluto il leone, felino reale, cattura per l’impressionante costruzione artificiale del tutto, capace di restituire gli animali nella loro verità estetica ed espressiva, non permettendo mai che possa sorgere il dubbio che ciò che si sta guardando non sia qualcosa di reale; così accade per il più piccolo degli insetti o il più leggiadro sbatter d’ali di una libellula, tanto quanto che per l’intensa umidità dello sguardo del cucciolo Simba o per il terrore iniettato negli occhi del papà Mufasa nella sequenza più drammatica del film, quella del suo indotto precipitare nella fatale gola petrosa. 

Un film che da 25 anni non s’è sbiadito nel ricordo di nessuno spettatore, che fosse al tempo bambino o adulto; un musical che vanta una permanenza in cartellone a Broadway per 23 anni consecutivi; una documentaristica, quella di BBC, che con gli occhi meccanici più all’avanguardia ha testimoniato in maniera ravvicinatissima la vita dei leoni: queste tre colonne hanno guidato il regista, John Favreau, nella costruzione di questo film, che il prossimo 24 luglio sarà in anteprima a Giffoni, uscendo oggi in Cina, la prossima settimana degli Stati Uniti, e il 21 agosto in Italia, con l’anticipazione della colonna sonora, sin da ieri presente sulle piattaforme digitali. 

Colonna sonora che, da sempre, è fiore all’occhiello di questo film, che nella versione photo real non tradisce le aspettative, aprendo addirittura con il brano simbolo, Il cerchio della vita, nella versione del ’94 interpretato da un’indimenticabile Ivana Spagna. E se di sonorità e voci parliamo, per questo episodio due sono quelle protagoniste, Marco Mengoni per Simba ed Elisa Toffoli per la leonessa Nala: quest’ultima restituisce, dopo l’esperienza Disney con Dumbo, un prezioso doppiaggio, con una voce curatissima, dolce e matura, capace di plasmarsi perfettamente sul suo personaggio felino; per il leone, soprattutto nella fase adulta, Mengoni non spicca prepotentemente, probabilmente perché nell’immaginario “la voce” del re della foresta s’immagina più profonda e autorevole. Il lavoro di Elisa e Mengoni è stato curato da Fiamma Izzo. “Nell’ascoltare l’originale – Donald Glover, la difficoltà è stata l’inglese, lingua un po’ più ‘fredda’ dell’italiano, più romantico: in alcuni momenti era strano avere un certo tono, e per essere fedeli abbiamo cercato escamotage teatrali”, ha spiegato il cantante, mentre “Ho accettato di fare il film, pur non essendo un’attrice, purché ci fosse Fiamma, perché sapevo di potermi fidare ciecamente. Sapevo di poter avere un istinto, ma anche di aver bisogno di un navigatore: la lingua è una materia plastica. Beyoncé, che doppia l’originale, ha un tono molto basso nel parlato: abbiamo voluto rispettare il rigore del doppiaggio originale, si va addirittura ad analizzare le note di doppiaggio. Nel cantato, ho cercato di ‘non fare’ Beyoncé, perché io ho la mia personalità e poi per non imitare lei: abbiamo cercato di mantenere le assi portanti, sì, ma con gli ingredienti originali che potevo aggiungere, come i falsetti, per dare dolcezza”, racconta Elisa. 

Entrambi gli artisti, Mengoni e la Toffoli, erano bambini quando il film animato usciva in sala, e oggi lo accolgono da adulti, ma nella memoria dell’infanzia. “Ricordo prima di tutto la musica e le scene iconiche, come il saluto iniziale. Essendo amante della natura, questo film ne è un abbraccio, nel nome del calore di Mamma Africa, verso cui ho avuto empatia sin da bambina. Ho lavorato sulla fierezza della leonessa, che disobbedendo cambia un po’ la storia, per riuscire a ribaltare la situazione del branco. Rivedere un film così oggi, da mamma, è un po’ più profondo, mi fa osservare i miei figli: invece che guardare il film osservo loro come reagiscono. Una sorta di carta d’identità genetica/emotiva”, racconta Elisa. “Per questo capolavoro – dice Mengoni – ho dovuto lavorare il doppio perché Simba muta, dal piccolo erede al trono giocherellone a colui che prende le redini di un regno. Non ricordo tantissimo della prima volta in assoluto che lo vidi a 5 anni, ma di certo di quando l’ho rivisto verso i 12/13: il film fa parte delle nostre storie personali. Musicalmente l’Africa è una fonte d’ispirazione eterna, per cui m’inchino a Lei in tutto e per tutto: il film decanta la bellezza del territorio”. 

Un territorio da salvaguardare, come tutto il pianeta: “Sono una persona molto sensibile al tema” – precisa il cantante. “Sto sostenendo molte cause, a partire dal mio disco Atlantico: miro a salvaguardare il mondo da noi stessi, perché è già tardi. Mi sono affiancato alla campagna Planet or Plastic”, argomento a cui fa eco Elisa, affermando come: “Siamo tutti troppo leggeri sul tema. Bisogna cercare di fare tutto quello che si può, come pensiero giornaliero: finalmente adesso c’è un po’ più di conoscenza. Sto cercando di passare il messaggio del non sprecare ai miei bambini”. 

Bambini, tutti, e adulti, che non possono non avere il proprio personaggio prediletto, così come naturalmente raccontano di avere anche Marco Mengoni ed Elisa, accomunati in questo gusto. “Il mio personaggio prediletto è Rafiki, e poi Mufasa, entrambi per la saggezza”, confida il cantante, seguito dalla collega, che “amo Rafiki, la scimmia sciamano con il bastone della saggezza. Ho visto Il re leone a Broadway tre volte: c’è questo personaggio interpretato da un’attrice incredibile, e sono sempre tornata per il suo genio”. 

Oltre a Elisa e Marco Mengoni, un parterre di altri doppiatori d’eccellenza partecipa al film: scoperta piacevole della “coppia” Stefano Fresi ed Edoardo Leo, rispettivamente Pumbaa e Timon; oltre a loro, ci sono Luca Ward, Mufasa (nel cartoon Vittorio Gassman) e Massimo Popolizio, il perfido Scar.  

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12 Luglio 2019

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