BARI – “Si svolge durante lo sbarco degli americani nel ‘43 in Sicilia e racconta cos’è successo, ovvero di come gli americani legittimarono la mafia dandole un ruolo, scelta di cui paghiamo ancora le conseguenze”. Così Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, descrive il suo secondo film In guerra per amore, in arrivo nelle sale il 27 ottobre prossimo, in cui ha chiamato Miriam Leone a recitare accanto a lui, che interpreta un personaggio chiamato, di nuovo, Arturo. Con una buona dose di scaramanzia e ansia da prestazione per la seconda prova dopo un esordio molto apprezzato, l’attore-regista ha dato solo pochissimi accenni del nuovo lavoro, scritto ancora a sei mani con Michele Astori e Marco Martani, e che avrebbe “tanto voluto far vedere a Scola”.
Il maestro della commedia all’italiana è diventato per lui quasi un padre putativo dopo che, incassati i complimenti per La mafia uccide solo d’estate, è stato chiamato da Silvia e Paola Scola a intervistare Ettore nel documentario Ridendo e scherzando, mostrato al Bif&st prima dell’incontro di Pif con il pubblico. “Ho frequentato Ettore Scola solo per un anno – ha detto commosso – L’ho conosciuto troppo tardi e se n’è andato troppo presto. Non mi era mai capitato di soffrire così tanto per una persona frequentata così poco, forse era meglio non conoscerlo”.
“Ettore Scola è come la pasta, fa parte di noi. Psicologicamente per me è come una coperta, il problema è che ora è arrivato il momento di camminare da soli”, ha aggiunto Pif, che ha sottolineato come il regista di C’eravamo tanto amati sapesse “raccontare col sorriso cose tremende. Scola dimostrava costantemente l’importanza di essere cazzaro e mi colpiva molto che alla sua età parlasse sempre del futuro. Per lui l’impegno sociale e la vita artistica erano la stessa cosa – ha aggiunto – Amo le persone che vogliono cambiare il mondo, Ettore ci ha difeso dal male di questo paese. Senza gente come lui vivremmo peggio”.
L’attore è il protagonista, con Valentina Cervi, Vitaliano Trevisan e Elena Radonicich, di Senza lasciare traccia, esordio di Gianclaudio Cappai presentato al Bif&st nella sezione Nuove Proposte e prossimamente nelle sale il 14 aprile. “Il film è nato dopo un viaggio con un’amica colpita dal cancro che mi confidò la convinzione che la malattia era dovuta a un evento traumatico vissuto anni prima. Da qui sono partito per costruire una giornata particolare di cui è protagonista Bruno”, spiega il regista
Il film di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio protagonista e tratto dall’omonimo romanzo noir di Giuseppe Ferrandino, è prodotto insieme ai fratelli Dardenne dalla Buena onda, la casa di produzione di Golino, Scamarcio e Viola Prestieri. Al momento l'attrice e regista è impegnata nella stesura della sua seconda opera, una storia con protagonisti due uomini, insieme a Francesca Marciano e Valia Santella. Polemica sulle nomination dei David: "Peccato che ci sia solo la mia candidatura, Il film di Gaudino merita di più"
Il direttore Laudadio annuncia anche "la retrospettiva di un grande attore, magari anche regista, o di un’attrice americani viventi”. Edizione 2017 nel segno della tutela dell’ambiente: previsti incontri e conversazioni su cinema e scienza, “saranno con noi scienziati, fisici, matematici, personalità della cultura e il cinema denuncerà la distruzione della bellezza e dell’ambiente”. Tornerà inoltre la sezione internazionale del Festival con una quindicina di titoli. Presto il gemellaggio con il Festival del cinema italiano di Annecy
L'attore romano premiato dal Bif&st per Un posto sicuro dell'esordiente Francesco Ghiaccio sulla fabbrica di morte Eternit. Un film drammatico ma positivo per Colangeli che mostra la possibilità di riscatto che ognuno ha dentro di sé: “Quando ho girato a Casale Monferrato, ho trovato una grande coesione ideale in quel dramma collettivo. Si spende molto in dolore, ma si ricevono in cambio consapevolezza e senso civico, le grandi tragedie aiutano a cambiare il punto di vista”. Premiati Due euro l'ora e The Plastic Cardboard Sonata