“Piango da stamattina, da quando ho saputo della notizia della sua morte, uscendo dalla doccia. Piango perché ora che tutti e quattro i protagonisti – Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret e Michel Piccoli – sono andati via mi sento orfana della Grande Bouffe“. Contattata dall’ANSA nella sua casa di Aix-en-Provence, la cittadina del sud della Francia di cui è originaria e dove ha passato il lungo confinamento per contrastare il coronavirus, l’attrice francese Andrea Ferréol rende omaggio a Michel Piccoli. Mostro sacro del cinema francese ed europeo con cui la Ferréol ha condiviso quello che forse è stato il film più importante della sua vita, La grande abbuffata, pietra miliare nonché satira del consumismo firmata da Marco Ferreri che farà decollare la sua carriera d’attrice non solo in Francia ma in tutto il continente, a cominciare dalle tantissime co-produzioni franco-italiane. Esprimendosi perfettamente nella lingua di Dante visti anche i profondi legami affettivi e professionali che la legano all’Italia, Ferréol tiene a ricordare non solo Ferreri e i protagonisti di quel film shock del 1973 selezionato a Cannes ma anche altre persone che lo resero possibile come il produttore, Jean-Pierre Rassam, la costumista, Gitt Magrini o l’ingegnere del suono Jean-Pierre Ruth. Poi racconta un piccolo aneddoto più specifico su Piccoli. “Se piango – dice – è anche per un altro motivo molto specifico che riguarda Michel: durante le riprese a Parigi sul set venne una fotografa italiana tostissima e determinata, non demordeva all’idea di volermi scattare delle foto nuda come una venere botticelliana per Playboy, io ero giovane, un po’ disarmata e insicura, non osavo dirlo ma in realtà non avevo nessuna voglia di fare quelle foto. Allora Michel Piccoli venne da me per rassicurarmi, disse che se non volevo, non c’era nessuna ragione di piegarsi alla volontà di quella fotografa. Il giorno, sul set, fu addirittura lui a prendere le mie difese in modo straordinario gridando ad alta voce davanti a tutti, ‘finché questa donna resterà sul set io non comincio le riprese’. Questa storiella per dirvi quanto Piccoli fosse adorabile, profondamente umano, quanto amasse gli attori con cui lavorava – conclude Ferréol – Non lo ringrazierò mai abbastanza”.
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