La fantasia può avere un grande potere: quello di costruire universi capaci non solo di meravigliare ma anche di aiutare a superare i momenti più bui. È quello che accade nella pellicola d’animazione per famiglie targata Paramount in arrivo nelle sale a Pasqua, Wonder Park di David Feiss, scritto e prodotto da André Nemec e Josh Appelbaum, dove la cupa nube nera da affrontare è la minaccia della grave malattia della madre che d’improvviso arriva a sparigliare la vita della giovane protagonista, June, esuberante e geniale bambina di otto anni dotata di una fervida immaginazione, che sfrutta per scatenarsi in strabilianti, quanto a volte pericolose, invenzioni. Fino a quel momento la sua vita scorre gioiosa, tra scorribande in giardino con gli amici e fantasiosi giochi con la madre, che fa di tutto per alimentare l’intelligenza della piccola e cerca di convogliare la sua energia un po’ selvaggia nella creazione di uno spettacolare parco giochi domestico, popolato da personaggi immaginari ispirati alla collezione di peluche della bimba. Quando, però, la mamma viene ricoverata, l’esistenza di June si offusca, e poiché il parco giochi è associato a sua madre, lo smantella reagendo con rabbia se qualcuno osa menzionarlo. Ricordare le fa troppo male, perché a volte sono proprio i ricordi felici a diventare quelli più dolorosi, soprattutto per una bambina di otto anni che si ritrova d’improvviso senza il suo riferimento principale. Ma sarà proprio il parco a non voler abbandonare June: un giorno, mentre passeggia nei boschi, si ritrova in una radura incantata dove Meravigliandia (questo il nome fantasioso del parco), ha preso vita insieme a tutti i suoi incredibili protagonisti, ma è chiuso e tutto appare in uno stato di disastroso abbandono, minacciato da un’Oscurità misteriosa, che rappresenta l’ombra di dolore e paura piombata sulla bimba, e che solo lei può allontanare. Come? Alimentando di nuovo la sua fantasia, che a volte è la strada migliore per affrontare la realtà. “Sei tu la meraviglia di Meravigliandia!” le ripeteva la mamma e solo quando June riaprirà il suo cuore alla capacità di meravigliarsi, capirà che l’Oscurità fa parte della vita e che la presenza del buio è necessaria a far apprezzare la luce.
È la prima volta che un film destinato ai bambini più piccoli non solo tratta la tematica della malattia ma ne mostra anche i segni (seppure in maniera assai delicata) nei tratti smunti della mamma, come fa notare Rosario Morra in arte Ross, uno dei componenti del duo comico napoletano Gigi e Ross che nella versione italiana del film presta la voce ai fratelli castori Gus e Cooper, solerti manutentori del parco animati da buone intenzioni ma spesso in frizione sulle decisioni da prendere. Noti al grande pubblico per la trasmissione televisiva Made in Sud, Gigi e Ross hanno alle spalle anche un passato di teatro e radio, che si è rivelato assai utile per affrontare questa prima esperienza di doppiaggio. “Ci siamo sentiti subito a nostro agio con il lavoro da fare – rivelano – anche grazie all’aiuto di Massimiliano Manfredi, uno dei maestri del doppiaggio, che ci ha guidati da vicino. Da un punto di vista pratico giravamo le scene separatamente, anche quelle in cui poi appariamo insieme, avendo a disposizione solo piccoli spezzoni del film, non montati in successione rispetto all’andamento della pellicola di cui fino alla fine avevamo solo una visione frammentaria”. La versione completa l’hanno vista solo ieri all’anteprima napoletana del film insieme ai loro figli e ad altri quattrocento bambini, “ed è stata una grande emozione”, ammettono. “Mia figlia Nicole si è subito innamorata di un altro personaggio, il grande orso blu Boomer che accoglie i visitatori, ma so che poi si vanterà con tutti gli amici perché anche suo padre è nel film”.
Wonder Park non è solo un’avventura che stupisce per le trovate visivamente spettacolari (su tutte gli scivoli di fuochi d’artificio e la stanza di palloncini in cui si può fluttuare a gravità zero) ma anche un racconto che celebra, insieme al potere dell’immaginazione, l’importanza della famiglia che si unisce nel momento più duro, e la capacità di ritrovare se stessi attraverso la potenza dell’amicizia e del lavoro di squadra. “Questo è un film in cui i bambini non sono soli chiusi in stanzetta davanti a un tablet, sottolinea Luigi Esposito (Gigi) – ma giocano tutti insieme con qualcosa di materiale. Anche i genitori passano intere giornate a costruire oggetti con i propri figli. Un messaggio importante per le famiglie di oggi, che, a volte per mancanza di tempo, affidano troppo spesso il tempo libero dei figli a tv e videogiochi”.
Tra gli altri personaggi lo scimpanzé impresario dalla fervida creatività di nome Peanut,il cinghiale Greta, assennata amministratrice del parco capace di mette tutti in riga e Steve, il porcospino addetto alla sicurezza segretamente innamorato di Greta, doppiato in italiano da Francesco Facchinetti.
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