“Nanni, un giorno di questi ti ucciderò”. Lynch contro Moretti a pochi minuti dalla Palma, quando ancora non si sapeva chi avrebbe vinto cosa, come in un vecchio western. “Qui a Cannes sono bravissimi a tenere il segreto, e fino all’ultimo istante non sapevo. Anche quando hanno annunciato il Gran Prix a Haneke, qualcuno ha detto “allora è Palma, ex aequo con Rivette”. Poi mi sono ritrovato sul palco con quei due, Melanie Griffith e Banderas”.
Nanni la mattina dopo. Occhi pesti ma sorridenti, per l’italiano che ha riportato la Palma d’oro in Italia dopo ventitrè anni. Ha ballato fino alle quattro con Calopresti, in una festa sulla spiaggia, ha telefonato agli amici, ai suoi collaboratori più stretti, ha parlato al telefono con Laura Morante, che è rimasta a Roma. Finalmente rilassato, Moretti racconta tutti i retroscena di questa vittoria annunciata ma ugualmente sofferta.
Com’è andata ieri?
Siamo arrivati molto presto al Palais. Mentre aspettavo nella hall, ho incontrato Lynch che si accendeva una sigaretta. Pensavo che solo Scorsese, tra gli americani, mi conoscesse, perché è un maniaco del cinema. Invece Lynch si è avvicinato e mi ha detto “Nanni, un giorno di questi ti ucciderò”. Poi ho visto Jacob e l’ho implorato con gli occhi di dirmi qualcosa. Ma lui ha risposto soltanto “it’s not a bad day”. Beh, sentivo di aver vinto il secondo premio. La Palma sarebbe stato troppo bello, troppo lineare.
E’ vero che sarai in giuria a Venezia?
Avevo fatto un patto con Barbera, che mi voleva già due anni fa. Avrei accettato se il film vinceva uno dei primi tre premi. Stamattina l’ho chiamato a Torino e gli ho detto che ce l’ha fatta.
Ora che sei diventato grande, in tutti i sensi, non hai nostalgia dell’autarchico?
L’autarchico c’è ancora. Sto producendo otto documentari, devo vedere quattrocento cortometraggi per il mio festival…
Ieri sera non ti eri preparato un discorso…
Niente. Non sapevo cosa inventarmi. Mi sono fatto spiegare come si dice felice in francese, ma heureux era troppo complicato per me. Quando vinsi il premio per la regia di Caro diario invece ho bluffato, fingendo di aver visto Kieslowski e Kiarostami, e ho detto che mi dispiaceva non li avessero premiati. Ma stavolta non volevo bluffare. Non ho neanche preso i tranquillanti, come giovedì, la sera della proiezione ufficiale.
Chi pensi che fosse contro di te in giuria?
Non so, Kassovitz è un regista che ha un modo di fare cinema molto diverso dal mio. Mentre Liv Ullmann mi ha detto che La stanza del figlio l’ha molto toccata.
Non hai molta simpatia per Haneke.
Quando ero in giuria, c’era Funny Games, e molti giurati, dopo averlo visto, erano sotto shock. No, non amo Haneke.
Per Benigni la vittoria a Cannes fu l’anticamera dell’Oscar. Pensi anche tu all’America?
Finora in America era uscito solo Caro diario, in pochissime città, e Palombella rossa in videocassetta. La stanza del figlio, che ha già una distribuzione in Sudamerica, Giappone e Spagna con la Warner, lo stiamo vendendo attraverso Wild Bunch, di Studio Canal, negli Stati Uniti. Non hanno voluto chiudere le trattative prima della premiazione e già ieri sera hanno ricominciato a discutere con i quattro possibili acquirenti.
Tra poco andrò a Los Angeles per una retrospettiva dei miei film che si fa anche a New York organizzata dall’Istituto di Cultura e dalla Brooklyn Academy of Music.
L’Oscar… non so, bisogna essere segnalati dall’Italia, no?
Pensi che la Palma consolidi la rinascita italiana?
Non è che dobbiamo dipendere dalle scelte del festival di Cannes. Ma l’ho già detto, il pregiudizio radicato degli italiani verso il nostro cinema sta cominciando a cadere. Speriamo che successi meno prevedibili di altri convincano registi, produttori e sceneggiatori a gettarsi in imprese più difficili.
Per quanto ti riguarda, la Palma porta spettatori in più.
In questo week end siamo passati dal quindicesimo al quinto posto, stiamo stampando molte copie perché abbiamo richieste da tutte le parti d’Italia. A Parigi ci sono stati 15.000 spettatori nei primi due giorni.
Tuo figlio Pietro ti ha visto in tv?
Per ora Pietro vede solo i cartoni animati, ma non so, forse al tg.
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