Il mio David

Diario semiserio della 60ma edizione del premio, la prima passata da mamma Rai allo stile Sky


David di Donatello, per l’edizione nr 60 si cambia musica. Per i premi cinematografici assegnati ogni anno dall’Accademia del Cinema Italiano, si sceglie uno stile da Oscar che privilegia l’intrattenimento. Così debutta la prima diretta Sky, dopo anni di mamma Rai. E non ci facciamo mancare nulla, nemmeno uno sfondo sociale: sul Red Carpet con le star sfila la campagna #VeritaperGiulio, il cinema decide di aderire alla mobilitazione per Giulio Regeni indossando un adesivo. Il momento che precede l’ingresso in sala e l’inizio vero e proprio della cerimonia, quest’anno affidata alla conduzione di Alessandro Cattelan, è un valzer di saluti, flash e dichiarazioni rilasciate alla stampa. Star annoiate (poche) o stelline in cerca di notorietà. Giornalisti feticisti dei selfie, ospiti sbrilluccicanti, Re e cortigiani. I soliti ingredienti, insomma, che si ritrovano in ogni cerimonia divistica che si rispetti. La sala stampa si riempie di giornalisti, ma non troppi. Molti hanno preferito seguire la diretta da casa, dispensando commenti al vetriolo sui colleghi che invece hanno deciso di godersi lo spettacolo dal vivo – pensate! – pur possedendo un televisore. Per noi stoici che c’eravamo la serata è stata più confortevole del solito: nessuna corsa per il posto, nessuna ostilità, persino un discreto buffet. Così, tra una chiacchiera e un tweet, la nuova formula della cerimonia dei David ha messo d’accordo tutti, per diversi motivi. Per cosa ricorderemo noi poveri critici questa edizione?

Nessun dorma. Un format interessante e allo stesso tempo più televisivo. Tolti i fronzoli, le brevi clip introduttive sono state lo strumento per collocare le categorie senza annoiare troppo il pubblico. L’apertura, affidata ai The Jackal, ha permesso di esordire senza prendersi troppo sul serio, riuscendo così a creare un’atmosfera meno impostata e più autoironica (persino Sorrentino ha incassato con eleganza). Attorno a me avvisto pochi sbadigli, decisamente imputabili ai bicchieri di vino.

Come ti combino i premi. Sette il numero che ricorre. Il miglior film è Perfetti sconosciuti, ma ben sette sono i premi per Lo chiamavano Jeeg Robot, così come per Il Racconto dei racconti. Grande semi-escluso Non essere cattivo: chapeaux al self control di chi a questo film ci ha lavorato, che ha incassato con estrema eleganza. Possiamo dirlo? In sala stampa un po’ di indignazione c’è stata. Insomma vince l’idea di Genovese, quella che leggere i messaggi del tuo compagno può essere pericoloso. Io la venderei alla Apple, magari inventano qualcosa tipo il pin.

L’uomo col cappello. Si aggira per il red carpet dispensando selfie e sorrisi: toh, è il buon Santamaria. Ma perché indossa un berretto? Da chi deve nascondersi? Lo svelerà lo stesso attore più tardi, togliendoselo dopo aver ritirato il premio, ricordando in un momento di commozione la sua agente Graziella Bonacchi, scomparsa da poco. Sotto il cappello niente: è quasi calvo perché sta girando l’ultimo lavoro di Cosimo Gomez.

F4: Basita. Parafrasando Boris, la basita è Ilenia Pastorelli, protagonista de Lo chiamavano Jeeg Robot, che a grande sorpresa fa un cappotto ad attrici del calibro della Golino, della Binoche, della Ferilli e della Cortellesi e porta a casa la statuetta. La sua espressione sconvolta, come se non fosse sicura di poter ritirare il premio – quasi servisse una licenza per portarlo via – resterà agli annali.

Molto ggiovane. Ma che bello. Strano a dirsi ma tra le candidature il range d’età si sposta clamorosamente: gravita intorno alla fascia dei trenta/quaranta, e noi vi diciamo grazie. Perché va bene che l’arte non ha età e sfida il tempo, però vuoi mettere lavorare scrivendo di aitanti giovani come Luca Marinelli, Alessandro Borghi e Claudio Santamaria? Difficile addormentarsi o cambiare canale nel bel mezzo di una dichiarazione, bravi siete stati scaltri con le nomination.

E poi c’è Cattelan. Bravo, asciutto, diretto. Il povero critico cinematografico di solito è abituato a discorsi fiume, narcisismi fuori controllo, ringraziamenti fino alla quarta generazione. La sua conduzione ha permesso di tenere un ritmo serrato, ha svecchiato la cerimonia rendendola un moderno spettacolo televisivo che non perde però di professionalità. La sala stampa ne è felice, stasera andrà a dormire prima del tempo.

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20 Aprile 2016

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60 anni di David di Donatello

Un libro, presentato nelle sale del Ministero dei Beni Culturali, racconta per immagini la storia del premio che coincide con la storia del cinema italiano, se non mondiale. Per presentarlo, accanto allo storico presidente Gian Luigi Rondi, anche Gina Lollobrigida, prima premiata con un Donatello nel ’57 per La donna più bella del mondo

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Gli incassi dei David

Buoni risultati per vincitori del David di Donatello tornati in sala, Perfetti sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot. "L'obiettivo che ci siamo posti quando abbiamo scelto di diventare partner dell'Accademia dei David era esattamente questo: sostenere il miglior cinema italiano'', dichiara in una nota Andrea Scrosati, EVP Programming Sky

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ANAC: congratulazioni per successi del cinema italiano a David e Quinzaine

"L'Associazione Nazionale Autori Cinematografici - si legge in una nota -si congratula non solo con gli autori e i professionisti vincitori del David di Donatello, ma con tutti i finalisti del premio, per aver contribuito al successo del Cinema italiano. Tale successo è confermato dalla presenza di Marco Belllocchio, Paolo Virzì e Claudio Giovannesi, autori rappresentativi di tre diverse generazioni della nostra cinematografia, alla Quinzaine des Réalisateurs del prossimo Festival di Cannes. Nella diretta della cerimonia di premiazione effettuata da Sky è emersa in maniera inequivocabile la specificità e la pluralità dei linguaggi e dei generi cinematografici che sono gli elementi qualificanti che distinguono la settima arte dal resto dell'audiovisivo"

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David targati Sky, gli ascolti

La serata dei David di Donatello 2016, la prima prodotta e trasmessa da Sky, con la conduzione di Alessandro Cattelan, è stata vista ieri in diretta dalle 21.10 su TV8 (canale 8 del digitale terrestre) e sui canali Sky da 712 mila spettatori medi complessivi con il 2.72% di share e 3 milioni 795 mila spettatori unici


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