Si chiama CIISA, acronimo di Creative Industry Independent Standards Authority. È un nuovo ente indipendente che fungerà da punto di riferimento per chi abbia bisogno di consigli, mediazioni e, in alcuni casi assistenza in procedimenti legali contro il bullismo nel settore creativo: una sorta di autorità garante, che mira a ‘sanare’ il settore del cinema, teatro, tv e piattaforme streaming.
A fondarla sono un folto gruppo di note attrici britanniche, appoggiate da diversi colleghi maschi, che in una lettera aperta ribadiscono che nell’industria che amano «i casi di maltrattamenti e soprusi continuano ad abbondare», e chiedono alle piattaforme di streaming, teatri ed emittenti come Bbc, Itv, Sky e Channel4 di versare lo 0,1% dei bilanci all’organizzazione. Molte delle firme sono star del momento: si va da Keira Knightley (Anna Karenina) a Cara Delavingne, Emerald Fennell (The Crown), Ruth Wilson, Naomie Harris, fino a Carey Mulligan (Maestro).
Sul sito della nuova authority, che sarà diretta da Jen Smith, dirigente specializzata in inclusione, uguaglianza e pari opportunità che ha lavorato per il British Film Institute e altre organizzazioni culturali, due video (riportati in fondo alla news) raccontano il punto di vista dei protagonisti della campagna.
Secondo un sondaggio di Bectu – il sindacato dei lavoratori televisivi – riportato dalla BBC, il 92% degli interpellati è stato coinvolto in casi di bullismo o abuso di potere. Un dato “sconcertante”, dichiara il sindacato, che mostra che “quel che è stato fatto per migliorare le condizioni di lavoro non basta”: solo il 14% dei membri, infatti, sostiene che le misure adottate dai datori di lavoro nei casi di molestie sessuali siano migliorate, mentre il 60% preferisce non denunciare i soprusi subiti per paura di danneggiare la propria carriera. (gp)
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