Il Locarno Film Festival ha annunciato che dalla prossima edizione adotterà categorie di recitazione gender neutral, abolendo di fatto i premi per il miglior attore e la miglior attrice. Si tratta di uno dei primi festival internazionali ad apportare questo cambiamento considerato essenziale per l’inclusività e la parità di genere nel settore.
Al termine della 76esima edizione del Locarno Film Festival, che si terrà dal 2 al 12 agosto 2023, verranno quindi consegnati due Pardi per la miglior interpretazione nel Concorso internazionale, e altrettanti nel Concorso Cineasti del presente. Questa modifica del regolamento del Festival garantirà a ogni interprete, indipendentemente dalla propria identità di genere, di poter concorrere ai premi.
Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, ha dichiarato: “La nostra è una scelta che siamo convinti ci aiuterà a valorizzare ulteriormente il talento e la creazione, al di là di categorie di individuazione ormai obsolete. Il mondo non viaggia più su un binario… binario.” Marco Solari, presidente del Locarno Film Festival, ha aggiunto: “La presidenza del Festival accoglie con favore la proposta della direzione artistica, che interpreta perfettamente l’indispensabile sensibilità dei tempi attuali”.
Hoffmann è stata ufficialmente confermata presidente del Locarno Film Festival, mediante il voto dell’Assemblea sociale straordinaria e del nuovo Consiglio di amministrazione
La 76ma edizione del Locarno Film Festival ha visto 146.930 spettatori totali nelle proiezioni proposte, con un incremento del 14.3% rispetto al 2022
Alla scoperta dei tre film che tornano da Locarno con la soddisfazione di un premio o una menzione: Procida, film collettivo sotto la supervisione di Leonardo Di Costanzo, Patagonia di Simone Bozzelli e il corto Z.O. di Loris G. Nese
Il film di Ali Ahmadzadeh, realizzato clandestinamente tra le strade di Teheran, ha vinto la 76ma edizione del Locarno Film Festival. Premiati anche tre italiani: il film collettivo Procida, Patagonia di Simone Bozzelli e il corto Z.O. di Loris G. Nese