A otto anni da Microbo & Gasolina, il regista francese Michel Gondry torna sul grande schermo con il più personale tra i suoi film. Una riflessione intelligente e ironica, che mescola elementi personali e parzialmente autobiografici, concentrandosi sugli eccessi della creatività. Il libro delle soluzioni è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes e arriverà nelle sale dall’1 novembre con
I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.
Gondry scrive un altro film pieno di ritmo e ironia, puntellato di trovate brillanti e frasi da appuntarsi agli angoli della mente. Le situazioni spaziano dalla sua presunzione di ingaggiare un’intera orchestra per una colonna sonora ancora da comporre, dove i musicisti dovranno improvvisare seguendo i movimenti del suo corpo (forse il più alto tra i momenti del film), alla richiesta di coinvolgere Sting nel progetto, passando per la costruzione di uno studio di montaggio all’interno di un camion e la creazione di un frammento animato che renderebbe il film palindromo.
Il lavoro di Gondry rappresenta un irresistibile autoritratto di un individuo impossibile, un artista geniale che sfugge alle logiche della produzione cinematografica industriale. Nel corso del film, Gondry esplora approfonditamente il mondo del cinema, inclusi i conflitti egotistici, la competizione, le sfide nell’ottenere l’approvazione di un progetto, i produttori poco scrupolosi e i problemi personali.
Pierre Niney interpreta con maestria il personaggio di Marc, un autore maniaco-depressivo, dittatoriale ma affascinante, che suscita risate con le sue repliche e le gag slapstick. Nel suo sguardo si può scorgere l’infanzia intatta di Gondry, oltre a una notevole intelligenza e all’energia di un procrastinatore seriale che cerca di rimandare la vita e le sue scadenze con progetti eccentrici e spesso effimeri.
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