Il Mugello gli ha dato i natali: Giotto di Bondone viene alla luce a Vicchio e da lì comincia un’era di capolavori, tra Gotico, Protorinascimento e Rinascimento, periodo artistico quest’ultimo – insieme allo stesso pittore e architetto – protagonista del documentario di Francesco Invernizzi, Urbs Picta – Giotto e il sogno del Rinascimento.
“Era molto tempo che desideravo iscrivere il nome di Giotto tra le più rigorose produzioni documentaristiche contemporanee”, spiega il regista per cui “la struttura narrativa e il rigore delle immagini valorizzano al massimo il patrimonio pittorico contenuto in scrigni di assoluta bellezza come la Cappella degli Scrovegni, l’Oratorio di San Giorgio, la Cappella di San Giacomo al Santo, il Palazzo della Ragione. Ho voluto da un lato esaltare la visione della sua arte grazie all’utilizzo di macchine 8K e della luce naturale, dall’altro rispettare e assecondare la bellezza mozzafiato delle gigantesche superfici mirabilmente affrescate, la lucentezza di colori e smalti, la disposizione coreografica stupefacente delle figure concepite da Giotto, Altichiero da Zevio, Guariento d’Arpo, Giusto de’ Menabuoi, solo per citare alcuni degli artisti. Ne ho tratto un racconto corale, che celebra figure centrali della Storia dell’Arte e anche della Letteratura – grazie al mecenatismo della dinastia carrarese – quali Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato; Francesco Petrarca, genio della poesia, che a Padova trovò il proprio porto sicuro; Giovanni Pisano, maestro della scultura e innovatore della statualistica classica; Pietro d’Abano, filosofo, medico, astrologo e negromante in odore di eresia”.
Il doc di Francesco Invernizzi si compone tra le pitture e le opere di Giotto, soggetto magnetico e imprescindibile, e una scelta di sequenze con contributi specialistici – di Rita Deiana, Zuleika Murat, Andrea Colasio, Silvia Gorgi, Matteo Strukul -, narrazioni di percorso storicoartistico e di ricostruzione, che concorrono a contestualizzare e creare l’atmosfera del tempo.
Giotto e il suo arrivo a Padova hanno determinato lo sviluppo della pittura trecentesca veneta, nell’epoca italiana delle grandi Signorie e delle Repubbliche Marinare: gli artisti venivano chiamati dai potenti a rendere meraviglie palazzi e chiese, specchio dell’influenza del potere. La città veneta vide approdare Giotto nel 1302, invitato dai Frati Minori della Basilica di Sant’Antonio, un suggerimento arrivato dai confratelli di Assisi. I Carraresi, famiglia che al tempo era in contrasto con la Repubblica Serenissima di Venezia, iniziò così una politica della cultura: con consapevolezza e lungimiranza sono stati capaci nello stringere relazioni con le principali corti europee, uscendo dunque dalla “provincia” e affermandosi in un contesto cosmopolita. La nascita della Urbs Picta fu proprio nel nome della famiglia, che assunse presso di sé i più prestigiosi artisti del Trecento, modellando così la città a proprio riflesso, è questo il nucleo della narrazione scelta dal documentario.
“Grazie alla collaborazione autorale con Matteo Strukul e Silvia Gorgi – continua il regista – ho potuto imboccare affascinanti digressioni artistiche, immergendole in raffinate ricostruzioni storiche. Le linee narrative avvincenti si fondono in una miscela visiva fuori dall’ordinario perché capace di garantire un coinvolgimento intimo ed emotivo nel Medioevo trecentesco: un’autentica esperienza immersiva nella bellezza dell’Arte e della Storia padovana, veneta e italiana per me e, spero, per chi vorrà incontrare al cinema un Giotto come mai mostrato prima”.
Urbs Picta – Giotto e il sogno del Rinascimento, un progetto Magnitudo, esce nella sale dal 6 novembre.
Nel cast Dalia Frediani, Maurizio Casagrande, Giovanni Esposito, Angela De Matteo, Rosaria D’Urso e Marini Sabrina Fernando
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