CANNES – Sarà Indiana Productions, che verosimilmente avrà alla Mostra di Venezia il nuovo film di Paolo Virzì, a tentare l’impresa impossibile, ovvero ripercorrere le orme di un capolavoro come Il Gattopardo di Luchino Visconti dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma, nell’annunciare a Cannes l’ambiziosa operazione, i produttori chiariscono subito che “non ci sarà nessun possibile confronto diretto, sia perché un capolavoro non si riproduce, sia perché la nuova versione è concepita per la televisione e farà quindi diretto riferimento soltanto al romanzo”.
A sostenere l’operazione ci sono infatti sia l’erede dell’autore, Gioachino Lanza Tomasi (consulente e garante), sia Carlo Feltrinelli, la cui casa editrice detiene i diritti del “Gattopardo”. La miniserie sarà girata in inglese e per questo prevede il coinvolgimento di sceneggiatori italiani e anglosassoni; svilupperà tutte le parti del romanzo che nel film di Visconti furono abbandonate per scelta (fermando la storia poco dopo la metà del manoscritto), ma avrà anche in questo caso un occhio di riguardo al rapporto tra il passato e il presente.”Nessuna frase meglio di quella che del Gattopardo è l’emblema – dicono i produttori – si addice meglio all’Italia contemporanea: ‘Bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga com’era’”.
Alcuni dei più interessanti film del 70° Festival di Cannes arrivano nelle sale della Capitale (fino al 18 giugno) e a Milano (dal 17 al 23 giugno) grazie all'Agis e all'Anec con la classica rassegna, che nel capoluogo lombardo è dedicata quest'anno alla memoria del decano dei critici Morando Morandini
Giunta alla 21ma edizione, Le vie del cinema da Cannes a Roma (14-18 giugno) porterà in alcune sale romane e laziali una selezione di film provenienti dal 70° Festival di Cannes, che saranno proiettati in versione originale con sottotitoli. Le sale coinvolte sono il Giulio Cesare, l’Eden e il Fiamma di Roma, l'Etrusco di Tarquinia, il Palma di Trevignano e il Corso di Latina
"Non c'è solo satira in The square c'è anche un contenuto che volevo trasmettere. Volevo fare un bel film. E poi non si vince una Palma d'oro senza contenuti". Così un eccitato Ruben Östlund, il regista svedese che si è portato a casa la Palma d'oro, ha commentato il premio. Dividerebbe la Palma con qualcuno, magari con Haneke? "No, no con nessuno, è solo mia"
“Ho amato 120 battiti al minuto dall'inizio sino alla fine, non mi sarebbe potuto piacere di più”, ammette il presidente di giuria lasciando intuire la sua preferenza. Per poi aggiungere tra le lacrime, in ricordo degli attivisti che negli Anni ’90 lottarono per rompere l'indifferenza sul tema dell'Aids: “Campillo ha raccontato storie di eroi veri che hanno salvato molte vite"