La 28ma edizione del Festival del Cinema Mediterraneo di Tétouan (festivaltetouan.org), diretto da Ahmed El Housni e tra le più importanti e longeve manifestazioni dedicate alla cultura/arte cinematografica del Mediterraneo, si terrà nell’antica città bianca del Marocco settentrionale dal 3 al 10 marzo 2023: quest’anno, l’omaggio al regista italiano Daniele Vicari, con il Premio dello storico Festival marocchino e una selezione dei suoi lavori più celebri da Diaz – Don’t Clean Up This Blood, con Elio Germano e Claudio Santamaria, un film unico nel suo genere per la capacità di raccontare e leggere nel controluce della Storia e l’incavo del futuro i gravissimi atti di violenza e la sospensione dei diritti democratici avvenuti durante il G8 di Genova del 2001 (Premio del Pubblico al 62mo Festival di Berlino) a La nave dolce, drammaticamente profetico racconto, dal sapiente riuso creativo del found footage, di uno dei più eclatanti eventi di immigrazione di massa degli ultimi quarant’anni, presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia 2012, dove si è aggiudicato il “Premio Pasinetti”. Poi il più recente Orlando, interpretato da un Michele Placido al ritorno davanti alla macchina da presa per un racconto sulla incomunicabilità e sulla solitudine tra autodeterminazione del singolo e trappola sociale e politica della nostra contemporaneità, presentato Fuori Concorso nell’edizione 2023 del Festival di Torino.
Il regista italiano sarà presente a Tétouan e il pubblico del Festival potrà scoprire il suo cinema di osservazione e studio della realtà. Daniele Vicari da sempre si interroga, attraverso il dispositivo della macchina-cinema, sulle pieghe più nascoste dell’animo umano, sul senso di comunità che unisce gli individui, sulla disgregazione sociale (e le sue cause storiche, sociali e politiche), sulla condizione dei più deboli, schiacciati dalla prepotenza e dall’indifferenza del potere, qualunque forma esso prenda, come sulla loro dignità che li rende liberi nonostante tutto. Un cinema che non chiude gli occhi ma ci richiama alla responsabilità di tutti noi come esseri umani verso ciò che ci accade dentro e intorno, dando vita quella “poetica della resistenza” che attraversa da sempre la sua esperienza registica, in un dialogo intimo e costante tra cinema documentario e finzione, e ne diventa cifra stilistica e valore necessario, oggi più che mai, nel panorama del cinema italiano e internazionale contemporaneo.
Questa edizione del Festival si preannuncia ricca di eventi tesi a celebrare la settima arte e il dialogo nel Mediterraneo insieme a un pubblico giovane e appassionato e vedrà, oltre al consueto Concorso Internazionale e le proiezioni delle numerose sezioni del Fuori Concorso, i dibattiti e le tavole rotonde (tra cui una riflessione sull’etica e l’estetica del digitale e un omaggio a Jean Luc Godard e le sue “risonanze mediterranee”) due nuove attività: i laboratori dedicati a registi e sceneggiatori e le residenze professionali per aiutare giovani artisti dei Paesi del Mediterraneo a realizzare i loro progetti cinematografici. Sulla stessa scia “Tetouan Industry Days” riunirà giovani sceneggiatori, registi e produttori dei Paesi del Mediterraneo attraverso un programma di accompagnamento e sviluppo di sceneggiature, lungometraggi e documentari, di progetti mediterranei.
Una produzione Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai Cinema e Luce Cinecittà in collaborazione con Les Films d’Ici. In sala dal 14 novembre con Luce Cinecittà
Il regista britannico interverrà il 2 novembre con un videomessaggio al cinema La Compagnia, in occasione della serata inaugurale del festival di cinema documentario più antico d'Europa
Circa 100 opere rappresentative di 26 Paesi in cinque sezioni del concorso sul tema "Diritti/Rights". Dal 9 al 16 novembre a Salerno
Il film è stato girato dagli abitanti di Gaza, montato, scritto e concepito da Catherine Libert, Fred Piet, Hana Al Bayaty