Il “divo Depp” e i momenti di gloria dell’amico ristoratore


VENEZIA – Gli occhi gli diventano lucidi quando parla di quei “momenti di gloria” della primavera 2010 e della sua “amicizia speciale”, ormai diventata un piccolo caso veneziano. Al punto che la regista Alessandra Cardone ne ha fatto un cortometraggio, My Friend Johnny, che le Giornate degli Autori ospitano giovedì sera nelle Venice Nights alla Pagoda. La storia è quella di Cristiano Vitale, il gestore del ristorante “Rosa Rossa” di Venezia, che durante le riprese di The Tourist ebbe più e più volte a cena il suo mito Johnny Depp. “E’ venuto a mangiare da noi 15-16 volte, di cui un paio anche con Vanessa Paradis – racconta Vitale, che per oggi calca il Lido da star – e per tutto il tempo che è stato a Venezia non ha mai mangiato da nessuna altra parte, ha solo raggiunto per un bicchiere e qualche sigaretta Brad Pitt e Angelina Jolie una sera in un altro ristorante”.

 

Cristiano Vitale è precisissimo nei ricordi e nei racconti, si sente molto vicino al divo che ha vestito i panni di Jack Sparrow, e da quel periodo, come testimonia anche un suo amico nel minifilm, “si è trasformato, è diventato un’altra persona”. E si vede subito, a partire dal look: prima capelli corti e guance lisce, ora capelli lunghi e barbetta. “Qui sono venute tante persone famose, ad esempio viene spesso la figlia di Elvis Presley, ma solo Johnny è speciale – dice Vitale – per come si veste, per quello che trasmette. Abbiamo avuto la fortuna di averlo dopocena, a porte chiuse, ‘faceva il matto’ con noi per tutta la notte: scherzava, rideva, giocava col ghiaccio, era come stare a casa con amici. Ci ha promesso che ci saremmo rivisti, ma dopo la prima di The Tourist a Roma non si è più fatto vivo”. La delusione è tanta, ma non c’è rassegnazione nelle parole di Cristiano, che ancora spera nella famosa telefonata, e intanto conserva gelosamente i cimeli del passaggio dell’amico Johnny nel suo ristorante. In laguna, intanto, molti lo prendono in giro, lo trattano da ingenuo, continuano a provocarlo chiedendo “Ha chiamato Johnny?”. Ma lui non si scompone: “Johnny è come me, anzi io sono come lui: siamo entrambi molto gelosi delle nostre cose, e se mi ha regalato una sciarpetta e una giacca che aveva usato tantissimo significa qualcosa di molto importante”. E ora, questo ristoratore baciato dalla fama (di qualcun altro) aspetta; spera che Johnny veda questo cortometraggio e si prepara a un eventuale “agguato” se l’attore dovesse sbarcare a Venezia in questi giorni, come annunciato da qualche giornale. “Spero che Johnny non mi deluda – confessa – e non mi faccia fare la brutta figura dell’invasato. Lo aspetto come un amico che ho tanta voglia di rivedere”.

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29 Agosto 2012

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