Il coraggio del Bif&st, tra Monicelli e Alberto Sordi (muto)

​Le misure di sicurezza non hanno fermato il pubblico e i mass media, che hanno seguito numerosi la mostra su Mario Monicelli, cui è dedicata questa edizione del Bif&st, dal 22 al 30 agosto


È stata una bella prova di coraggio, l’apertura dell’undicesima edizione del Bari International Film Festival, slittata dalla primavera a fine agosto nell’anno del Covid. Ed è stata anche una bella prova di organizzazione: controlli di temperatura, gel igienizzanti, distanze di almeno un metro gli uni dagli altri, congiunti compresi, bodyguard impegnati a prendere, e difendere, alla lettera le misure di sicurezza previste per una manifestazione che coinvolge un capoluogo di Regione.

Tanta attenzione non ha fermato il pubblico e i mass media, che hanno seguito numerosi innanzitutto la mostra su Mario Monicelli, cui è dedicata questa edizione del Bif&st, dal 22 al 30 agosto: tante immagini del maestro e dei suoi film provenienti dall’archivio fotografico della Cineteca Nazionale che lo mostrano sul set, insieme ai suoi attori, con sua figlia in braccio, appollaiato sul dolly o con l’occhio incollato all’obiettivo di una cinepresa anni ’60.

Immagini che ripercorrono i titoli della sua carriera, da I soliti ignoti a Romanzo popolare, da Amici miei a Cari fottutissimi amici, da I compagni a Rossini Rossini, da La grande guerra a La ragazza con la pistola, il film che ha inaugurato il Festival di Bari questa volta non nella cornice luccicante del Teatro Petruzzelli, causa pandemia, ma all’aperto, nell’arena approntata in Piazza della Prefettura, anche qui sotto strettissimo controllo.

Una serata inaugurale che ha preferito il cinema al glamour, portando sul palco il batticuore di Felice Laudadio, ideatore e direttore del Bif&st, e della presidentessa Margarethe von Trotta, i ringraziamenti in video di Pierfrancesco Favino e Nicola Piovani, rispettivamente vincitori del premio Vittorio Gassman e del premio Ennio Morricone, e il vibrante ringraziamento in presenza di Luan Amelio Ujkaj, figlio di Gianni Amelio, premio Giuseppe Rotunno per la fotografia di Hammamet.

Presenti sul palco anche Marco Cucurnia, regista del breve documentario Il silenzio di Alberto che ha scelto una chiave di lettura inedita per ricordare Alberto Sordi, nel centenario della sua nascita: gli ha tolto letteralmente la parola, montando insieme cinque minuti di suoi sguardi e camminate mute. Ed è emersa senza filtri la vena malinconica del grande attore, scremata dalla parlantina ironica e strafottente dell’Albertone nazionale. Il tributo video a Ennio Morricone invece è stato un collage di apparizioni del compositore da poco scomparso durante le passate edizioni del festival di Bari, cui era dichiaratamente affezionato: Ennio che ride, che si schernisce davanti agli ossequi e si commuove per l’applauso del pubblico del Petruzzelli, che risponde agli elogi con le sue tipiche battute.

Prima dell’inizio della proiezione de La ragazza con la pistola Lina Sastri, che il giorno dopo ha raggiunto il pubblico di Bari in presenza per ritirare il Federico Fellini Platinum Award, ha cantato in video con la sua potente voce teatrale. Il pubblico è rimasto fino ai titoli di coda, tutti a distanza di almeno un posto l’uno dall’altro, ed è uscito ordinatamente dall’arena, sciamando lungo corso Vittorio Emanuele II. Un inizio senza intoppi, pieno di emozione, e un bel calcio d’avvio per uno dei festival che in questo momento difficile hanno scelto di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Paola Casella
24 Agosto 2020

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