Nel 2018 lo storico red carpet di 82 donne del cinema, attorno alla presidente della Giuria Cate Blanchett e alla regista Agnès Varda, lasciò il segno. Era l’avvio pubblico del collettivo 50/50 per la parità di genere al cinema, e un imput ben preciso al Festival di Cannes di aprire alle nuove istanze.
Tre anni dopo il Festival è stato elogiato dall’organizzazione per i “progressi” sull’uguaglianza di genere nell’industria cinematografica. “Non vogliamo sia una moda passeggera che dopo il #MeToo e il caso Weinstein le parole parità, diversità, lotta alla violenza di genere si siano sentite così tanto. Non bisogna allentare la guardia”, ha detto ad “Afp” Sandrine Brauer, co-presidente del collettivo.
“Purtroppo oggi ci sentiamo un po’ soli”, ha aggiunto. Nel 2020, 150 festival firmarono una carta e tra i nuovi regolamenti, almeno in Francia, c’è un principio di quote femminili per far emergere le professionalità. Tra l’altro France Télévisions deve rispettare un 30% di registe nei progetti di fiction. E’ stata lanciata anche con la Commissione Europea la campagna CharactHer, con una raccolta di video che mettono in evidenza le professioni cinematografiche e audiovisive, tra cui 12 donne ispiratrici che sfidano gli stereotipi. Obiettivo dichiarato: rompere gli stereotipi sui mestieri presumibilmente riservati agli uomini e incoraggiare le giovani donne a rivolgersi a mestieri a cui non avrebbero pensato in primo luogo.
“Le donne possono fare qualsiasi cosa!”, si legge sul sito di “CharactHer”.
Consacrati al festival i talenti cresciuti nell’incubatore torinese e premiati 3 film sviluppati dal TFL, laboratorio internazionale del Museo Nazionale del Cinema che dal 2008 ha raccolto 11 milioni di euro di fondi internazionali
E' diventata subito virale la reazione di Nanni Moretti alla mancata vittoria a Cannes per il suo Tre piani. Il regista ha postato su Instagram una sua foto in cui appare 'invecchiato di colpo' con una didascalia scherzosa: "Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac. Invecchi di colpo. Sicuro".
Premiato a Cannes con il Docs-in-Progress Award tra 32 opere internazionali, Cent'anni di Maja Doroteja Prelog, coproduzione che coinvolge anche il cagliaritano Massimo Casula con la sua società di produzione Zena Film
Il giapponese Drive my car di Ryûsuke Hamaguchi ha ottenuto sia il Premio della critica internazionale che quello della giuria ecumenica