Il cinema nelle università italiane

Come si insegna il cinema negli atenei e con quali effetti? 8½ di dicembre s’interroga su metodologie d’insegnamento ed efficacia nella creazione degli spettatori


Come si insegna il cinema nella università italiane? Salita agli onori delle cattedre in ritardo rispetto ad altri paesi, la settima arte è ormai entrata stabilmente negli atenei italiani, ma come è vista rispetto alle altre discipline? Come viene insegnata e soprattutto che effetti produce sulla formazione degli spettatori e sui discorsi sociali attorno ai film? Ha il sapore della riflessione accademica l’ultima cover del 2018 di . A dicembre infatti il bimestrale dedicato a Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBAC e Anica, che si apre con un omaggio a Bernardo Bertolucci, mette sotto la lente di ingrandimento dati e distribuzione della docenza sul territorio, corsi e vocazioni metodologiche così come sedi storiche contro le nuove sedi, ma non solo: alla ricerca non sfuggono nemmeno i piani di studio di 11 atenei italiani e naturalmente viene data voce ai docenti stessi. Il magazine ne interpella 10 tra i più importanti e noti chiamati a dare il proprio parere non solo sulla didattica ma anche su professione, pubblico e sale dalla prospettiva della cattedra: Gian Piero Brunetta, Giulia Carluccio, Roberto De Gaetano, Barbara Grespi, Michele Guerra, Giacomo Manzoli, Enrico Menduni, Guglielmo Pescatore, Leonardo Quaresima e Vito Zagarrio. Interessanti anche le interviste agli addetti ai lavori sulla funzione dell’insegnamento accademico: Luca Argentero, Cristina Donadio, Roberto Faenza, Giogiò Franchini, Cosetta Lagani, Aldo Lemme, Laura Luchetti, Pivio e Alessandro Roja

Ci si spinge su ragionamenti estetici invece nella sezione Innovazioni dove nel pezzo firmato dal direttore Gianni Canova si prova a capire che ripercussioni avranno nel mondo dell’audiovisivo le nuove tecnologie di ripresa. In “Esiste un’estetica GoPro?” si tenta di trovare la spiegazione del perché con le nuove telecamerine si sia innescata una ricerca esasperata ed estrema di visioni impossibili, all’insegna della soggettività più spinta e dell’immedesimazione totale dello spettatore con il corpo dell’attore o del dispositivo tecnico. Una disamina resa più completa dal parere dei registi che con le mini-camere si sono già cimentati come Jacopo Rondinelli, autore di Ride per il duo registico, e qui produttivo, Fabio Resinaro & Fabio Guaglione, ma anche Gipi (Smettere di fumare fumando) e Marco Bertozzi (Cinema Grattacielo).

Il “Racconto di cinema” è in questo numero affidato allo scrittore Nicola Ravera Rafele che si è ispirato al film di Bertolucci Il conformista

Tutt’altri scenari per il Focus che in questo numero 42 è dedicato alla Norvegia, nazione con una storia cinematografica in sordina rispetto agli altri paesi scandinavi. Attraverso il saggio di Luca Ferrando Battistà e l’approfondimento del critico Jan Erik Holst traccia un excursus storico critico che ripercorre le tappe più significative dell’industria nazionale spiegandone anche successi, flop e momenti altalenanti. Per la sezione Anniversari, ad essere analizzato questa volta è Nostra signora dei turchi a 50 anni dall’uscita in sala: per l’occasione Cristiana Paternò ricorda non solo l’avventurosa e anarchica genesi del film, ma anche la figura artistica di Carmelo Bene.

Sul fronte Cinema Espanso, il magazine fa un’ampia panoramica delle mostre più interessanti del momento a partire da quella dedicata a Sergio Leone, “Il était une fois Sergio Leone” alla Cinémateque Française che la organizza insieme alla Cineteca di Bologna e la ospita fino al 27 gennaio; l’omaggio a Piero Tosi e quello alla Pixar entrambe a Palazzo delle Esposizioni fino al 20 gennaio; “Il Sorpasso – Quando l’Italia si mise a correre”, organizzata da Istituto Luce – Cinecittà e allestita a Palazzo Braschi a Roma, fino al 3 febbraio, fino all’installazione inedita di Pippo Delbono che al Centre Pompidou di Parigi mescola video, teatro, cinema e performing art.

Infine spazio al mondo digitale grazie all’intelligenza artificiale raccontata da Carmen Diotaiuti nell’articolo “Chi sei veramente? Chiedilo ad Alexa”, che non si limita a presentare le possibilità offerte dall’assistente personale di Amazon, ma racconta anche di Jan Bot, il primo videomaker robot assoldato dall’EYE Filmmuseum di Amsterdam. Mentre Andrea Guglielmino torna sulla piattaforma più chiacchierata dell’anno, ovvero Netflix provando a fare il punto sugli effetti della coesistenza dei diversi canali distributivi dopo i casi di Sulla mia pelle e Roma.

Sul sito www.8-mezzo.it è possibile curiosare tra le cinque sezioni: homepage, redazione, download del magazine, reprint e contatti. A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e per quella online, è 19Novanta Communication Partners.

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17 Dicembre 2018

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