La sesta sezione del Consiglio di Stato ha respinto definitivamente il ricorso presentato dalla proprietà privata del Cinema America, confermando che, come espresso già nel giugno 2020 dal Tar, il ricorso è “palesemente infondato”. Finisce dunque il contenzioso sulla sala cinematografica di Trastevere, occupata undici anni fa dai “ragazzi” del Cinema America per evitarne la riconversione in parcheggi e appartamenti, piano voluto da Progetto Uno Srl che lo aveva acquistato nel 1999 a un prezzo di circa 2 milioni di euro.
Ora la proprietà dovrà farsi carico dei costi di restauro e conservazione dell’immobile, riconosciuto bene di interesse culturale. Il presidente della Fondazione Piccolo America, Valerio Carocci, ha celebrato la decisione del Consiglio di Stato in una lettera affidata alla stampa: “Abbiamo letto le carte mille volte, abbiamo respirato profondamente, abbiamo esultato e adesso troveremo anche la lucidità per scriverlo: ABBIAMO VINTO!“.
“Dopo undici anni di lotta e speranza – continua Carocci – la battaglia legale sul Cinema America si è finalmente conclusa. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dalla proprietà dell’immobile contro il MIC in quanto ‘palesemente infondato’. Abbiamo una certezza: l’America non potrà più essere demolito, riconvertito e non diventerà mai una palazzina di parcheggi e mini-appartamenti!”.
Carocci ha ringraziato i residenti e i commercianti di Trastevere “che in questi anni non hanno mai smesso di credere in questo sogno”. A chi invece, “per sfinimento”, aveva infine accolto il progetto di riconversione per superare lo stato di abbandono di Via Natale del Grande, Carocci annuncia: “il tempo dell’attesa è finito”.
Ora si valutano le opzioni che decideranno il futuro del Cinema America e Carocci informa che, “sulla base del lavoro svolto in questi anni, dal successo del Cinema Troisi all’essere diventati Fondazione”, è stato richiesto un incontro alla proprietà, “per valutare ogni strada percorribile al fine di riaprire il Cinema America come tale”.
“I proprietari restano liberi di riaprirlo, nel rispetto della tutela, a prescindere dal nostro impegno. L’importante – conclude Carocci – è che l’America torni a essere una sala attiva. Abbiamo vinto in ogni caso e saremo sempre felici di rivederlo aperto. Ora non ci sono più scusanti: il destino dell’America è ormai definito e noi come Fondazione siamo a disposizione per riaprirlo”.
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