IL BILANCIO DI MICCICHE’

“In questo quadriennio io e miei collaboratori abbiamo dato alla Scuola Nazionale di Cinema una vitalità e un’espansione che non ha mai avuto nell’ultimo mezzo secolo”. In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2002 della Scuola il presidente uscente Lino Micciché tira le somme dei suoi quattro anni di gestione.
“La collezione della Cineteca Nazionale è salita dai 35.000 agli oltre 45.000 film e comprende anche un patrimonio di 600.000 foto e 50.000 manifesti con un catalogo di pellicole in circolazione di circa 2000 titoli. La casa editrice Bianco & Nero ha avviato la pubblicazione in 15 volumi della ‘Storia del cinema italiano’. Sono state restaurate ben 161 pellicole, tra lunghi e cortometraggi, senza contare le 70 nuove stampe” spiega il presidente della SNC.
Poi c’è il settore della formazione, ricerca e sperimentazione coordinato da Caterina D’Amico: il 2002 è un anno chiave perché, continua Micciché “è a pieno regime il cambiamento che trasforma il bando di concorso da triennale a annuale. Da oggi in poi la scuola sarà frequentata da allievi del 1°, del 2° e del 3° anno di corso per un totale di circa 180 studenti compresi quelli del neonato corso di animazione di Torino, creato in collaborazione con la Regione Piemonte che prevede l’iscrizione annuale di un massimo di 18 studenti.”
Micciché invita Nicola Bono, il sottosegretario del ministero per i Beni e le Attività culturali presente alla cerimonia, ad agire affinché venga attivato al più presto anche il nuovo corso di cinema documentario con sede a Palermo per cui è stato firmato un accordo con la Regione Sicilia.
Infine rilancia una battaglia che sostiene da tempo ovvero l’introduzione nella scuola dell’insegnamento dei linguaggi audiovisivi. “Siamo gli ultimi in Europa e sarebbe un passo necessario per formare cittadini ricchi di consapevolezza critica” dice.
Chiamato in causa Bono risponde: “Ho intenzione di impegnarmi personalmente presso la Pubblica Istruzione per realizzare percorsi formativi di questo tipo nelle scuole. Il loro effetto sarebbe non solo l’aumento degli spettatori nelle sale, ma soprattutto una crescita culturale del paese”.