Ian Mackinnon: intervista con Pinocchio

Il produttore ritira a Pescara il premio ‘Studio of the Year’ per Mackinnon & Saunders. Si presenta accompagnato dalla marionetta originale del Pinocchio di Del Toro, per cui ha lavorato


PESCARA – Ian Mackinnon, uno dei co-fondatori e direttori artistici di Mackinnon & Saunders, è una figura di spicco nel settore dell’animazione. La sua azienda è rinomata a livello globale per l’eccellenza nel creare personaggi sia attraverso la stop motion che l’animazione digitale 2D di alta qualità. Sarà lui a ritirare quest’anno a Pescare il premio di Cartoons on the Bay ‘Studio of the Year’. Da oltre tre decenni, del resto, il gruppo Mackinnon & Saunders ha dato vita a molti dei più celebri protagonisti presenti in film, serie TV, pubblicità e cortometraggi.

Per intenderci, è lo studio che ha realizzato le marionette per opere cinematografiche famose come Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson, Mars Attacks!, La sposa cadavere e Frankenweenie di Tim Burton. Inoltre, lo studio ha contribuito al Pinocchio di Guillermo Del Toro, ed è proprio portando con sé la marionetta originale di Pinocchio che il gentilissimo Mackinnon si presenta alla stampa.

Viene quasi voglia di intervistare Pinocchio, al posto suo…

La capisco. Ho lavorato così tanto su Pinocchio. Abbiamo letto Collodi e naturalmente dato un occhio a tutte le incarnazioni precedenti, perché la storia è stata raccontata mille volte. Ma l’ispirazione principale è venuta a Del Toro a partire dalla versione illustrata da Gris Grimly, che di conseguenza ha ispirato anche noi. L’intento comunque era di fare della storia qualcosa di nuovo e fresco, a partire dallo script fino al design dei personaggi.

E dal punto di vista tecnico, come vi siete mossi?

Siamo partiti con la plastilina e i modelli 3D per permettere a Del Toro di visualizzare tutto, ma il modello finale è realizzato in metallo. Anche questo è uso della tecnologia: usare un materiale per simularne un altro. In quanti eravate a lavorare a Pinocchio? Settanta persone solo per lavorare al personaggio principale. Oltre trecento in giro per tutto il set.

Lei ha lavorato con i più grandi registi al mondo. Ci lascii un ricordo di ciascuno, partendo da Tim Burton…

Lo conosco da 25 anni, abbiamo fatto molti film insieme sia d’animazione, da Frankenweenie a La sposa cadavere, che live action come Mars Attacks! E’ un vero artista con le idee chiarissime. Laddove non riesca a spiegarsi, butta tutto su carta con degli sketch, per noi era fantastico, ci dava tantissima ispirazione.

Wes Anderson…

Abbiamo fatto Fantastic Mr. Fox. Tutto l’opposto. Era tutto molto più sperimentale e non sapevamo esattamente cosa stessimo facendo. L’ho capito solo quando sono riuscito a vederlo la prima volta in sala con il pubblico. Comunque, aveva uno dei casti vocali migliori di sempre.

Del Toro…

Pinocchio era una delle prime storie che gli fossero venute in mente. La conosceva molto bene, ma Netflix non si è manifestata prima del 2018. L’ha infusa della sua personalità, del ‘Del Toro’ twist. Una grande gioia lavorarci su.

In questi giorni esce Spider-Man: Across the Spider-Verse. Secondo molti questo genere di film porta l’animazione a un altro livello. Lei che ne pensa?

Penso che ormai tutti sappiano che l’animazione non è solo per bambini. In questo senso, ora chi realizza film animati può prendersi maggiori libertà, anche dal punto di vista dello stile. Fino a poco tempo fa si diceva che la cgi avrebbe surclassato le tecniche tradizionali ma non è accaduto. Si può usare qualsiasi tecnica sia adatta a raccontare i nostri mondi eccezionali…

Di tutti i film che ha fatto, ce n’è uno che le è rimasto nel cuore?

The Sandman, un cortometraggio del 1992 diretto da Paul Berry, che si rifà al racconto ‘L’uomo della sabbia’ di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. E’ stato il biglietto da visita per fare un sacco di cose importanti, quindi lo scelgo.

 

Foto: Maurizio D’Avanzo

autore
02 Giugno 2023

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