I vincitori di Diritti a Todi, Human Rights International Film Festival

The Érpatak Model di Benny Brunner è il ritratto di un ipernazionalista sindaco ungherese; il corto Un dìa de campo di Carlos Caro Martin, denuncia le disumane condizioni di lavoro minorile in Uganda


La deriva autoritaria e razzista in atto in un angolo d’Europa e lo sfruttamento del bambini in una cava africana sono gli scenari dei due titoli, un lungometraggio e un corto, vincitori a Diritti a Todi, Human Rights International Film Festival la cui prima edizione, diretta da Antonio Bellia e Francesco Cordio, ha proposto una settimana di documentari d’autore. The Érpatak model di Benny Brunner, di produzione olandese, disegna in modo drammatico e paradossale il profilo di Mihály Zoltán Oros, ipernazionalista sindaco ungherese che amministra il suo villaggio all’insegna dell’ordine e della disciplina. Mentre Un dìa de campo, firmato dallo spagnolo Carlos Caro Martin, denuncia le disumane condizioni di lavoro minorile in Uganda.

Il secondo premio lungometraggi è andato a Lucciole per lanterne di Stefano e Mario Martone: racconta la resistenza di alcune donne alla costruzione di grandi dighe nella Patagonia cilena. Il secondo premio corti a Cotton Dreams (Polonia) di Sandeep Rampal Balhara, le cui immagini scrutano una famiglia contadina indiana ridotta in miseria dalle logiche del mercato globale.
L’italiano Lucciole per lanterne è il film più applaudito: vince infatti anche il premio attribuito dal Centro Studi americanisti Circolo Amerindiano e quello targato Agpci Becoming Green, dell’associazione giovani produttori cinematografici indipendenti.
La giuria dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod) ha preferito A tempo debito di Christian Cinetto: “Senza mai cadere nella retorica e nel compiacimento”, dà voce a quindici carcerati di sette etnie reclusi a Padova.
Amnesty International Italia, principale partner del festival, ha scelto A tiro de piedra de la carcel di Raquel Castells (Spagna), a Todi in prima europea, sui segni psicologici subiti dagli adolescenti palestinesi.
La giuria ufficiale presieduta da Mimmo Calopresti ha riservato menzioni speciali per Excision di Victoria Vellopoulou, per la sensibilità e la forza della denuncia delle mutilazioni genitali femminili in Kenia e ancora per A tiro de piedra de la carcel

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02 Novembre 2015

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