I segreti dei due Frozen

In attesa dell'arrivo il terzo capitolo, andiamo a scoprire le ragioni che hanno reso i due primi film su Frozen un successo così clamoroso


È passato un intero decennio da quando la Disney si è finalmente decisa ad adattare la fiaba del 1845 di Hans Christian Andersen, La regina delle nevi, un progetto che aveva in mente dal 1937,  eppure l’amore duraturo per una certa coppia di sorelle scandinave dai nomi corti e musicali: Elsa e Anna e il loro amico pupazzo di neve non si è attenuato di una briciola… anzi di un fiocco di neve!

Una valanga di incassi

Uscito il 27 novembre 2013, Frozen, con il suo caloroso e spassoso Olaf, la sua capacità di stravolgere i tipici tropi Disney e canzoni da brividi, ha incassato più di 1.5 miliardi di dollari in tutto il mondo – cifra aggiustata al valore dei soldi attuale – e il suo seguito del 2019 ha fatto pure meglio arrivando a quasi 1.6 milioni; rinsaldando così le file di una legione di fan devoti di tutte le età (basti pensare alla ballata in stile anni ’80  Lost in the Woods cantata dall’eterno innamorato di Anna – Kristoff –   che strizza l’occhio in maniera decisa al pubblico di genitori della Gen X e dei millennial).

Ovviamente tutto questo clamoroso successo, che ha generato un’inestimabile ondata di gadget e merchandise, travolgendo ogni sorta di mercato possibile (dall’abbigliamento alle uova di Pasqua, passando per pezzi di mobili, articoli per la scuola, profumi e tantissimo altro ancora) non può essere confinato alle gioie passate e presenti. Il futuro di Frozen è già cominciato.

Innanzitutto con il terzo capitolo della saga annunciato per il 2026. Ma non solo. Nel febbraio dello scorso anno, l’amministratore delegato della Disney Bob Iger ha recentemente rivelato che, in realtà stanno creando contemporaneamente due potenziali sequel.

Il regno di Frozen

Frozen non è solo cinema, ovviamente. Come tutti i franchise di successo, specialmente se targati Disney, è ancora più importante la reazione a catena di prodotti correlati che nascono a partire dalla IP (che sta per Intellectual Property). Come, per esempio, una sontuosa area nei parchi Disney dedicata al mondo di Elsa, Anna e Olaf.

World of Frozen ha aperto già i battenti a Hong Kong nel novembre scorso e da poco il Frozen Kingdom si è svelato a Disneyland Tokyo, in attesa della terza installazione, che si prevede spettacolare, al parco europeo di Parigi. Praticamente la ricostruzione  di una vera Arendelle, il regno e la casa della regina Anna ed Elsa con tutti i luoghi famosi del film: dal Castello alla Fontana dell’Amicizia fino alla Torre dell’Orologio in cui Anna balla con il Principe Hans nel film originale.

L’amore è più forte della paura

E pensare che inizialmente doveva essere un film completamente diverso. Aveva una trama molto più cupa, uno dei suoi eroi principali era un cattivo e anche il finale era tutt’altro che commovente come quello che conosciamo. L’affetto tra Elsa e Anna non si trasformava in un atto di vero amore: Frozen, in questa versione originale, si concludeva con un’enorme valanga e un esercito di mostri di neve, il tutto mentre le due sorelle lottavano tra loro. Il film, quindi, faceva perno sulla polarità bene/male e, per dirla tutta, Elsa e Anna non dovevano nemmeno essere sorelle.

Ma come ha detto il produttore del film Peter Del Vecho: “Renderle consanguinee ci ha portato all’idea che Elsa viva nella paura. E se avesse paura di ciò che è? E temesse il proprio potere? Infine: se avesse paura di ferire le persone che ama? Con la scelta di renderle sorelle avevamo un personaggio, Anna, tutto incentrato sull’amore ed Elsa, tutto incentrato sul timore. Questo ci ha portato a fare di Elsa un personaggio molto più dimensionato e simpatico, e invece del tradizionale tema del bene contro il male ne abbiamo avuto uno che ci è sembrato più comprensibile e potente: amore contro paura. La premessa del film è diventata: l’amore è più forte della paura”.

È per questo che il film, inizialmente intitolato La regina delle nevi, come la fiaba originale, cambia in Frozen perché, per gli autori, il concetto di “gelo” è il focus del film. “Frozen” (ovvero: congelato) gioca sul livello del ghiaccio e della neve ma anche sulla relazione “fredda” tra i personaggi, sul cuore “congelato” che deve essere “sciolto”.  Scelta che si è rivelata vincente.

L’aspetto, comunque, più interessante del franchise Frozen è che enfatizza l’amore e l’affetto condiviso da Anna ed Elsa come sorelle e non richiede che nessuna delle due venga salvata dagli uomini.

8 curiosità su Frozen

  1. Il personaggio più difficile da definire per il team di Frozen, a parte Elsa, è stato Olaf, che in origine era la prima guardia dell’allora perfida Elsa e invece uno che non era originariamente presente nel film era Hans, lo spasimante di Anna che si rivela poi un cattivo.
  1. La scena che ha richiesto più tempo è stata quella di Elsa che esce dal balcone del suo nuovo palazzo, che ha richiesto oltre 132 ore di rendering (cinque giorni e qualche ora in più).
  1. Dopo che alcune delle prime canzoni che avevano originariamente composto per il film non erano state inserite, la coppia di autori Robert Lopez e Kristen Anderson Lopez si sentivano un po’ giù di corda, così sono andati a fare una passeggiata nel Prospect Park di Brooklyn. Ascoltando canzoni di Adele e Avril Lavigne e circondati dalla natura, Anderson-Lopez hanno raccontato di sentirsi in una sorta di “luogo emo” in cui hanno pensato al sentimento di una persona all’apparenza perfetta che sbaglia una volta ed è costretta a lasciare tutto ciò che conosce e tutte le persone per cui si è sacrificata. Nel giro di un giorno, avrebbero scritto la canzone più iconica del film, che nel 2014 avrebbe venduto oltre 10 milioni di copie e vinto l’Oscar per la migliore canzone originale: Let it go.
  1. E dopo aver sentito Let It Go per la prima volta, il regista ha detto di aver capito che dovevano rielaborare completamente il personaggio di Elsa e le sue motivazioni. “La metà di noi stava piangendo. E poi ho pensato: “Devo riscrivere l’intero film””, ha detto nel podcast Scriptnotes. “Davvero, è stato come andare a sdraiarsi per un paio di minuti. Ma è stata la cosa migliore. Sapevamo di avere il film”.
  1. La canzone che attira Elsa nella foresta incantata è un tipo di richiamo scandinavo chiamato kulning. È stato utilizzato brevemente nella colonna sonora del primo film. In Frozen 2, il kulning centrale della trama è eseguito da una cantante norvegese, Aurora.
  1. Le battute di Olaf sul personaggio inesistente “Samantha” sono state improvvisate da Josh Gad (il doppiatore), quindi non esisteva nella sceneggiatura.
  1. La cultura della tribù Northuldra si ispira al popolo Sámi, originario di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia settentrionale. La Disney ha firmato un accordo formale con i rappresentanti di questa comunità per promuovere i loro diritti a livello internazionale. I sami hanno formato un gruppo consultivo di artisti, storici, anziani e leader politici. Il doppiaggio in lingua sami del Nord si chiama “Jiknon 2”.
  1. All’inizio, quando le giovani Anna ed Elsa giocano con le statuette di neve, si può notare una figura che assomiglia a Baymax di Big Hero 6, oltre a una che assomiglia a Totoro di Il mio vicino Totoro, un elefantino che assomiglia a Dumbo e una figura di Biancaneve.
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11 Agosto 2024

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