PESARO. “Siamo felici e onorati di celebrare a Pesaro il giubileo del Manifesto di Oberhausen. Il Neuer Deustcher Film, nato da questo manifesto, rappresenta insieme alla Nouvelle Vague e al Free Cinema uno dei movimenti più importanti dell’epoca. Nel 1965, proprio tre anni dopo la firma del Manifesto, è nata la Mostra di Pesaro che intendeva promuovere e sostenere il suo stesso spirito. E’ per questa ragione che oggi abbiamo deciso di organizzare insieme questo evento”. Così il direttore Giovanni Spagnoletti all’apertura della 48° edizione del festival. Insieme a lui, Ralph Eue e Alexandra Hesse, rispettivamente responsabile delle celebrazioni dei 50 anni del Manifesto e attuale direttrice organizzativa del Festival di Oberhausen, la più longeva rassegna di cortometraggi della storia. “Io sono troppo giovane e non c’ero nel 1962 – afferma la Hesse – per cui non posso raccontarvi molto di quei tempi, posso solo dire che da allora a oggi molte cose sono cambiate, soprattutto per il cinema tedesco”.
La direttrice descrive poi il progetto celebrativo del giubileo: “Il nostro obiettivo era recuperare i film dei firmatari del Manifesto, è stato un’impresa lunga e difficile, volevamo ridare visibilità a quei lavori, ma è stato complicato ritrovarli e successivamente renderli proiettabili sul grande schermo”. E fondamentale è stato il contributo di Ralph Eue che, durante l’incontro svoltosi al Teatro Sperimentale, ha voluto evidenziare il notevole lavoro di restauro e ricordare l’importanza di quel Manifesto, redatto da 26 giovani registi spinti dalla passione per il cinema e dalla volontà di rinnovarlo completamente. “50 anni fa, quei ragazzi desideravano fare cinema, volevano girare dei cortometraggi e soprattutto volevano mostrarli al pubblico. Abbiamo ritrovato 170 corti rimasti invisibili per decenni. All’epoca, questi film non avevano alcun valore perché c’era una generazione di vecchi registi che non voleva lasciare il campo alle nuove leve. Il nemico principale di quel gruppo ribelle di cineasti era infatti il cinema di papà’, volevano ribellarsi alla ‘muffa’ di quei film e di quei registi”.
Tra i principali autori di questa “nuova onda” tedesca, che rivendicava il valore politico del cinema, il diritto di libertà di linguaggio e fuori dalle regole commerciali, ricordiamo su tutti Edgar Reitz e Alexander Kluge, e nella generazione successiva, quella che ha fatto fruttare i semi piantati da quel Manifesto, Werner Herzog: “Abbiamo deciso di inaugurare questa nostra celebrazione – prosegue Eue – con la proiezione di Provvedimenti contro i fanatici, girato da Herzog appunto, nel 1967, perché essa rappresenta l’opera che ha permesso di far arrivare sotto i riflettori il nuovo cinema tedesco di quegli anni”.
Il ruolo fondamentale che occupa l’opera nella storia del cinema tedesco è ribadita anche da Spagnoletti, che sottolinea come “questo corto sia un’immagine perfetta della Germania dell’epoca. Soprattutto, essendo stato realizzato cinque anni dopo la pubblicazione del Manifesto, mostra nella sua poesia per immagini i netti cambiamenti che hanno segnato in brevissimo tempo il popolo e la società tedeschi”.
I quattro programmi di corti restaurati presentati a Pesaro hanno già girato l’Europa (Oberhausen appunto, Vienna e Berlino) e sono pronti ad arrivare oltreoceano. Verranno presto presentati anche a New York, dove la celebrazione del cinquantenario del Manifesto proseguirà la sua strada.
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