Con la partecipazione (in ordine di apparizione) di Ferzan Özpetek, Matteo Malatesta, Luca De Gennaro, Manetti Bros., Enzo Monteleone, Alessandro Molinari, Pasquale Catalano, Giuliano Taviani, Alessandro De Rosa, Luca Cresta, Claudio Pacini, Cecilia Zanuso, Simone Isola, Mauro Pagani, Alessandro Gassmann, è una produzione Creuza Srl in collaborazione con Rai Cinema.
Un viaggio musicale attraverso gli ultimi 25 anni del cinema italiano dal punto di vista dei compositori Pivio e Aldo De Scalzi. Suoni e visioni che, partendo dallo scenario di una Genova inaspettata, ci raccontano la loro lunga avventura nel mondo delle colonne sonore. Ad accompagnarli, il regista Matteo Malatesta e un cast d’eccezione, da Ferzan Ozpetek a Enzo Monteleone, da Alessandro Gassmann ai Manetti Bros. Senza dimenticare chi ha lasciato un vuoto indelebile: Claudio Caligari, Ezio Bosso, Ennio Morricone, Vittorio De Scalzi e Alessandro D’Alatri. Ma sono davvero tanti gli amici e “Musicanti’ che hanno scritto insieme questa storia, nata per rivelare almeno in parte il backstage di un’arte capace di emozionare, nel silenzio dei riflettori.
Chiacchieriamo con Pivio all’anticipata stampa alla Casa del Cinema di Roma: “non sono abituato a presentare un film – dice – i compositori non vengono mai chiamati alle conferenze stampa. Il film è un lavoro di due anni e mezzo in giro per l’Italia, occasione soprattutto per parlare di cinema italiano con gli amici. Alcuni musicisti di strada eseguono le nostre opere nel doc, completamente dal vivo. E ha partecipato la Film Commission ligure, di cui si parla poco”.
“Ho conosciuto Pivio e Aldo una decina di anni fa – dice Malatesta – e ho curato per loro lavori di ripresa e regia, sia per il duo che per le loro carriere soliste: videoclip musicali, premiazioni, conferenze, servizi televisivi e svariati concerti. Al giro di boa dei loro venticinque anni di carriera, mi ritrovo ad avere oggi l’età che avevano loro quando hanno iniziato a scrivere colonne sonore: scavando nel loro passato, avevo voglia di scoprire il percorso che li ha portati a raggiungere un traguardo così ambizioso, i contrasti artistico-produttivi con cui si sono scontrati e i bocconi amari che hanno dovuto spesso ingoiare. Ma la cosa che più mi ha spinto a intraprendere questa ricerca era capire quale fosse il forte legame umano e artistico tra due personalità così diverse in tutti gli aspetti della vita e dell’arte e cosa ne sarebbe stato della vita di uno senza l’altro”.
La struttura del film, piacevole, è molto lineare e “confidenziale”: “La narrazione – prosegue Malatesta – che si dipana attraverso cene, viaggi e conversazioni spontanee, punta a far emergere il valore artistico, le peculiarità e i contrasti tra i due compositori, impossibili da classificare con un unico stile, mai meri esecutori di un compito a loro affidato e sempre complici dei registi con cui collaborano. L’obiettivo è quello di trasmettere un ritratto vivido, a tutto tondo, del loro lavoro e delle relazioni umane intrattenute attraverso parole, digressioni artistiche e testimonianze visive inedite. La struttura del racconto intreccia conversazioni in giro per l’Italia, videotape di backstage, foto di repertorio, conferenze a cui partecipano, musiche vecchie totalmente inedite e nuove composizioni”.
Alcuni dei racconti più divertenti e interessanti nascono passeggiando a Boccadasse o davanti a un piatto di salumi e un bicchiere di vino:
“La mia partecipazione in prima persona – chiude il regista – è una scelta che può apparire abbastanza insolita, serve a far progredire la storia nella direzione dello scavo, dell’approfondimento, della ricerca; non sono solo l’amico di Pivio e Aldo, ma incarno soprattutto la curiosità di uno spettatore qualunque, mi pongo domande sul mondo della settima arte e vado alla caccia di segreti da rubare”.
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