I mille della Magnani alla prima di Roma Cinema Arena

Una passeggiata tra la platea del primo film di Roma Cinema Arena, la rassegna al Parco degli Acquedotti inaugurata ieri sera con Bellissima di Luchino Viscontil


Arrivano con calma. Una o due ore prima. Non diresti mai che potrebbero occupare ogni posto, ma quando ha inizio il film sono tutti lì, pronti. Mille, non uno di meno, piuttosto qualcuno di più; chi arriva dopo si siede per terra, senza storie (giusto quelle Instagram), a guarnire una platea il cui sguardo segue la strada indicata dal proiettore. Alla meta, Anna Magnani. 50 anni senza e la stessa gioia di vita conservata in film che chiamano ancora a raccolta. Sono le 21.15 e al Parco degli acquedotti al VII municipio di Roma si attende l’inizio di Bellissima, diretto da Visconti a Cinecittà nel1951. Comincia Roma Cinema Arena: rassegna organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma, in programma dal 12 al 28 luglio con la mediapartner di CinecittàNews. La prima proiezione di un cinema all’aperto è una promessa. E ci credono tutti. Alcune coppie di signore lasciano andare gli occhiali sulla punta del naso, in un equilibrio retto da un impercettibile cenno di sguardo con cui passano in rassegna tutto il programma.

“Ah vedi, ll 26 ci sta anche Pupi Avati”. È un fatto estivo: la gioia dei programmi rimanda a settembre ogni rimorso. Si può ancora fare tutto, nessuna proiezione è andata perduta. Qualcuno in attesa che inizi lo spettacolo ci racconta che è “ovvio che sia così partecipato”, perché “ce sta a’ Magnani”. “Perché ce sta er fresco” controbatte la signora riemersa dal calendario di film che le impegnerà senza sosta il mese a venire.

Le regole delle sala, le strategia per i target, il traino dei film forti, hanno meno peso quando il cinema esce dalla sala e ritrova il pubblico nelle piazze e nei parchi. Il film conta, ma non è mai solo. I mille sono qui per tanto altro. L’esperienza, il cielo, l’atmosfera. È tutto cinema. Mentre cala il buio sul palco si fanno saluti e convenevoli, si festeggia il ritrovato pubblico “dopo l’entusiasmante prima edizione” e si lascia la parola a Caterina d’Amico, Preside della Scuola Nazionale di Cinema e figlia della sceneggiatrice di Bellissima, Suso Cecchi d’Amico. È lei l’altro volto di questo cinema che tiene lì tutti in attesa e che inizia ancor prima del film. D’Amico seziona i dettagli: dalle origini del film (“alcune pellicole sorgono sulle ceneri di altre”) al futuro che realizzò per i suoi protagonisti.

“Quanti l’hanno già visto?”. I mille si spaccano. Sono più coloro a digiuno di Magnani. “Che emozione”, risponde alla platea d’Amico. “Un film che ha l’atmosfera e il sapore della verità, ma che parla del rapporto tra ispirazione e sogni, che mescola le carte e ci porta dall’altra parte”. In seconda fila, una ragazza sui 17 trascrive tutto su una storia Instagram, lasciando il testo in alto a destra di una foto dove il cielo ormai buio condivide lo spazio con lo schermo. Alle 22, si comincia. Scatta l’applauso, poi silenzio. Solo al film e agli aeroplani è concesso il lusso del rumore. Le signore ripiegano il programma, salvano gli occhiali dal baratro e rivolgono il naso verso l’alto. Per due ore ci sono solo Magnani e le forme confuse di un acquedotto romano che affianca i mille (e più) ai piedi dello schermo.

Di Alessandro Cavaggioni

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