E’ stato il cronista lucido e profondo degli anni ‘80, quelli della creatività e delle tendenze, delle sperimentazioni e delle trasgressioni. Allo scrittore Pier Vittorio Tondelli (1955-1991) è dedicato Ciao, Libertini!, presentato nella sezione Omaggi della Festa di Roma a trent’anni dalla sua scomparsa, e in onda il 16 dicembre, giorno della sua morte, su Sky Arte e in streaming su NOW.
Il documentario è una produzione Sky Arte realizzata da Darallouche, con la regia di Stefano Pistolini. Scrittore e giornalista esperto di società americana, Pistolini ha firmato come regista L’Anti-scienza – Il caso Ilaria Capua, Ostia criminale – La mafia a Roma e Francesco de Gregori – Finestre rotte.
“Tondelli s’identificava con la sua scrittura: raccontarlo per ricordarlo, significa leggere le sue parole, riguardarlo, riascoltare la sua voce, metterla in relazione con quelle di coloro che hanno condiviso con lui un’epoca e tante esperienze – spiega l’autore del documentario – Gli anni ‘80, quelli del ‘tutto e subito’, appaiono adesso remoti, ingenui, capricciosi, distanti, perfino indifesi. Risvegliare Tondelli per descriverli e disegnare l’aria del tempi, è un’operazione delicata, condivisa affettuosamente da persone che a volte hanno l’aria dei superstiti, in certi casi un po’ dei santoni”. Così il ritratto di quel tempo e di questo giovane venuto dalla provincia emiliana, Correggio, è affidato alle testimonianze di quanti l’hanno conosciuto: Lindo Ferretti, Walter Veltroni, Luigi Ontani, Enrico Palandri, Mario Fortunato, Sandro Lombardi, Freak Antoni, Paolo Landi e altri ancora.
Tondelli è stato l’acuto narratore degli anni ‘80, soprattutto quelli vissuti nel paesaggio emiliano. “ ‘Altri libertini’ parlava di noi tossici, estremisti, sfigati, dei giovani emiliani”, ricorda Ferretti. Ma lo sguardo dello scrittore si rivolge anche a quella riviera adriatica romagnola, luogo di vacanza di massa, un universo stimolante per un intellettuale vivace e aperto quale era. Ciao, Libertini!, ripercorre le tappe del suo viaggio cominciato alla fine degli anni ’70 da un paese della bassa padana e continuato a Bologna, Roma, Firenze e Milano per poi concludersi drammaticamente, consumato dall’AIDS, all’inizio degli anni ‘90 là dov’era iniziato tutto, Correggio. Il documentario si svolge seguendo le tracce di Tondelli che frequenta prima la Bologna della creatività giovanile, del Dams di Umberto Eco, delle radio libere; poi la Firenze teatrale di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi; la Roma letteraria e infine la Milano della moda e del design.
Perché rievocare Tondelli oggi? “L’anniversario è stato il pretesto – risponde il regista -, in verità l’idea di ricordarlo era per noi tutti da tempo nell’aria. Ho conosciuto Tondelli lavorando a uno spettacolo serale Rai dedicato al rock che necessitava di una voce che si occupasse di letteratura. Pier Vittorio accettò ben volentieri questo compito e io diventai un suo ardente ammiratore. Inoltre, rispondendo alla domanda iniziale, all’origine il titolo del doc era Così lontani, così vicini, nel senso che se gli anni ’80 sono dietro l’angolo, nel contempo ci si accorge della differenza toccante rispetto all’oggi”.
Alla stessa domanda lo scrittore Mario Fortunato, sceneggiatore del film, risponde che “Tondelli ha avuto un ruolo non solo nel mondo letterario italiano ma, come Sciascia e Pasolini, è stata una figura di riferimento nella società, in particolare giovanile. Tondelli ha avuto un ruolo che è dentro e fuori il mestiere di scrittore. Quanto poi agli anni ’80 li considero un decennio importante dell’Italia laica, un periodo in cui il Paese ha cercato di essere moderno”. Alla sceneggiatrice Simonetta Sciandivasci “manca invece uno scrittore che s’innamori delle giovani generazioni come è avvenuto con Tondelli, che ha dato la parola a chi non aveva voce. Dopo il decennio delle avanguardie letterarie, a Tondelli interessava arrivare ai lettori”.
Ciao, Libertini! restituisce anche una selezione, curata da Fortunato, di scritti di Tondelli tratti dai suoi libri – “Altri libertini”, “Rimini”, “Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta” – che narrano un decennio di trasformazione che ha segnato le generazioni future e da “Camere separate” che dà voce alla comunità omosessuale. Da segnalare nel film il plauso del direttore di ‘Civiltà cattolica” Antonio Spadaro: “Quella di Tondelli è un’esperienza limite, paradossale che dice e urla in forma di blasfemia un desiderio di religione profondo”. Insomma uno scrittore intriso di religiosità.
Credits: fotografia di Celestino Pantaleoni
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