I corti sotto la lente di Cinemonitor


Ad un anno dal lancio di CensiAnimaCorto, l’osservatorio Cinema dell’Università La Sapienza, ovvero Cinemonitor, ha presentato il primo screening dell’iniziativa in collaborazione con Roma Lazio Film Commission. Illustrato oggi al Festival di Roma, nell’ambito dell’incontro “L’altro cinema. Nuovi linguaggi e nuovi autori” da Roberto Faenza e il suo staff, alla presenza del Prof. Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, il report ha illustrato i risultati della ricerca sulla produzione indipendente di corti e documentari con conseguente mappatura dei festival nazionali dedicati a questi prodotti. Volendo far luce sul cinema sommerso, Cinemonitor ha infatti individuato una serie di dati sulla produzione e sui trend degli indipendenti nostrani. Anzitutto i corti sembrano non essere poi così corti: la maggioranza delle opere iscritte al censimento, circa 300, ha infatti una durata media tra i 6 e i 15 minuti ed è girata per il 40% da autori con un’età compresa tra i 30 e i 49 anni.

 

Ad interessare di più i registi sono due generi in particolare: il dramma scelto dal 28,6% degli autori, e la commedia con il 22,2% delle preferenze. Ottimi dati anche per l’animazione, tecnica di regia spesso considerata ad alto budget, identificata con le mega produzioni hollywoodiane, mentre con il suo 29,7%, sembra essere sempre più alla portata di tutti. Un trend, probabilmente, imputabile alla grande circolazione in rete di software free di buon livello con cui realizzare cartoon. In continua crescita le opere definite dai registi come lavori di video arte. Risultati interessanti sono emersi anche sull’identikit dei registi. Pur trattandosi di lavori indipendenti, difficilmente i registi di CensiAnimaCorto sono dei one man band, ovvero realizzatori a tutto tondo dell’opera in grado di scrivere, dirigere e girare il film, piuttosto si tende a ricreare l’atmosfera e il gruppo di lavoro di una vera troupe cinematografica in cui ognuno ha un compito e una sua specificità. Per quanto riguarda i budget delle opere due sono le categorie identificate dall’iniziativa: i progetti autofinanziati che hanno un costo di realizzazione non superiore ai 1.500 euro e quelli invece girati anche con fondi altri che arrivano a costare anche 5.000euro.

 

Una volta ultimate, lo step successivo del progetto era quello di capire quali fossero i canali di maggiore appeal per i film maker e le loro opere. Nel mondo web a vincere sono sempre i social network che riescono a rubare utenti anche a siti specifici di cinema: degli iscritti a CensiAnimaCorto infatti il 40% ha uplodato il suo film su Youtube e il 28% su My Space. Quanto al canale classico di distribuzione dei film, quello del circuito festival, il censimento non è stato solo in grado di scoprire in che percentuale gli artisti abbiano partecipato o meno a kermesse, ma anche a quali regioni, o zone d’Italia i registi appartengano. Si è scoperto così che delle 300 opere registrate su CensiAnimaCorto sono il 64,1% è stato iscritto almeno una volta ad un festival, di questi il 32% è stato inviato dal Sud e dalle isole dell’Italia, il 23% dal centro, e solo il 9% dal nord, mentre il 35,9% non ha mai nemmeno preso in considerazione l’idea. Forte di questi primi risultati, alcuni dei quali veramente sorprendenti, come nel caso dell’identikit dei film maker, il censimento punta ad un rafforzamento maggiore per il futuro. Al momento off line, CensiAnimaCorto, al suo primo anno, è da considerarsi un’indagine esplorativa che grazie alla collaborazione con molti festival nazionali e film commission, sarà sempre più in grado di fornire un quadro preciso di come cambia e si trasforma la produzione indipendente italiana. Prossima mossa per continuare a crescere è quella di inserire obligatoriamente il modulo di iscrizione al censimento tra le pratiche da riempire per proporre i film ai festival italiani.

04 Novembre 2010

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