I corti del Premio Zavattini tra memoria privata e collettiva

Presentati alla Casa del Cinema di Roma i tre cortometraggi vincitori della terza edizione: Anche gli uomini hanno fame, Supereroi senza superpoteri e Domani chissà, forse


Presentati alla Casa del Cinema di Roma i tre cortometraggi vincitori della terza edizione del Premio Cesare Zavattini, ritenuti da uno dei giurati, il regista Roland Sejko, “prodotti professionali maturi, che possono partecipare a pieno titolo a un festival di corti”. Anche gli uomini hanno fame di Andrea Settembrini, Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli, ci porta a Gagliano del Capo nel Salento e incrocia le vicende di chi alla fine degli anni ’60 è emigrato dal paese trovando lavoro come minatore, e chi invece è rimasto nella cittadina leccese aprendo un bar all’inizio degli anni ’70. Supereroi senza superpoteri di Beatrice Baldacci si confronta con la fugacità della memoria e la caducità dei ricordi, utilizzando filmati privati per raccontare la famiglia, in particolare il rapporto della regista allora bambina con la madre. Domani chissà, forse di Chiara Rigione è di nuovo una riflessione sul tempo, a partire da un cortometraggio di Ansano Giannarelli sulla comunità di un piccolo paese del Lazio, Vallepietra, che l’autrice rivisita a distanza di anni.

Inizialmente la Giuria del Premio aveva selezionato 10 progetti di cortometraggi documentari a base totale o parziale d’archivio, presentati a un bando pubblico per giovani film-maker professionisti e non, di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Giuria aveva poi scelto i tre progetti vincitori sopracitati che hanno ottenuto l’utilizzazione gratuita del materiale di repertorio dell’Aamod e degli archivi partner – tra cui l’Archivio dell’Istituto Luce -, servizi di supporto alla realizzazione dei film (in produzione e post-produzione), e premio di 2.000 euro ciascuno, consegnato durante la cerimonia.

Cerimonia aperta da un simpatico e divertente spezzone di un’intervista a Cesare Zavattini, di cui ricorre il trentesimo della scomparsa. Il regista recitando, in pieno ’68, un concitato elogio al cinema di contestazione e di guerriglia, all’improvviso s’interrompe, non trovando per un attimo le parole giuste, per poi riprendere sollecitato dall’intervistatrice. A consegnare i premi ai giovani filmmaker il presidente della Fondazione Aamod Vincenzo Vita, il direttore del Premio Antonio Medici, Roberto Cicutto presidente di Luce Cinecittà, Paola Scarnati del CdA Aamod, Laura Delli Colli, presidente del SNGCI, e la Giuria composta dai registi Susanna Nicchiarelli (presidente), Elisabetta Lodoli e Roland Sejko, dal regista e produttore Ugo Adilardi, assente il docente universitario Giovanni Spagnoletti.

Il Premio Cesare Zavattini, progetto della Fondazione Aamod, è sostenuto dalla Siae e dal MiBACT, attraverso il bando “Sillumina”, e dalla Regione Lazio, con la partecipazione dell’Istituto Luce – Cinecittà, la collaborazione della Cineteca sarda, dell’Archivio Cinema del reale, della Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volonté, della Deriva film e del Media partner Radio Radicale.

In chiusura della cerimonia sul palco all’aperto adiacente alla Casa del Cinema, l’omaggio a Zavattini con la trasposizione in linguaggio cinematografico della prima space-opera a fumetti italiana ideata da Cesare Zavattini, Saturno contro la terra realizzata dalla start up romana Nettoon srl, in collaborazione con il Museo del Fumetto di Milano WOW.

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