VENEZIA. In concorso ad Orizzonti una storia di ieri, del primissimo dopoguerra nella Germania nazista sconfitta e occupata dall’Armata rossa – la Prussia orientale e la regione baltica – che va oltre la sua collocazione temporale e parla anche dell’oggi. Nel mondo odierno nove milioni di bambini sono le vittime innocenti di guerre, spesso in fuga, dopo aver perso genitori e casa.
E bambini tedeschi sono i protagonisti di Wolfskinder (Bambini lupo), esordio di Rick Ostermann, che cercano di sopravvivere alla fame, alla miseria, alla vendetta dei vincitori, gli occupanti sovietici, scappando verso Ovest. Si calcola che fossero 25mila i bambini lupo, in gran parte orfani alla ricerca di una speranza di vita nella campagna lituana, dove i contadini erano disposti ad accoglierli. Quei pochi che riuscirono a farcela, in gran parte dovettero cambiare nome e identità per sfuggire a vendette e rappresaglie.
“I bambini lupo erano figli di padri caduti in guerra o di madri morte per fame e stenti, un fenomeno relativamente sconosciuto in Germania. Una storia di sofferenza che si ripete quotidianamente se pensiamo a quanto accade in Siria o in paesi africani”, spiega il regista che ha realizzato in precedenza Still, cortometraggio preparatorio a questo film.
Al centro della sua opera prima la lunga odissea del 14enne Hans e di suo fratello Karl di 9 anni, alla ricerca di una famiglia che li ospiti e li protegga dopo la morte della madre. Una lunga marcia tra pericoli e orrori, scandita dalla fame, da un’improvvisa separazione, da incontri con altri coetanei in fuga dalle violenze contro i civili. “Questi bambini erano riconosciuti come parte di quella Germania che aveva cominciato il conflitto”.
Per affrontare questo capitolo oscuro, in parte rimosso della storia tedesca, Ostermann ha svolto un’accurata ricerca storica attraverso conversazioni con i bambini lupo e i loro parenti, resoconti di testimoni dell’epoca. Tuttavia il regista volutamente colloca sullo sfondo le vicende storico-politiche, concentrando la narrazione sulle esperienze fisiche e le sofferenze di questa infanzia abbandonata a se stessa. Storia antica di violenze subite dai civili inermi nel corso delle guerre succedutesi nel tempo.
“Per sopravvivere i bambini lupo hanno bisogno di rinnegare la propria origine e nazionalità e continuare a lottare la crudele battaglia contro se stessi e la natura. La loro identità diventa un pericolo ma è anche l’unica cosa che ancora possiedono”.
Una natura selvaggia e incontaminata è protagonista del film. “Ho voluto inquadrature ampie perché questi bambini erano soli in questo ambiente, talvolta ostile. La sensazione è che non ci si possa liberare da questa natura così presente”, dice il direttore della fotografia Leah Striker che ha trovato paesaggi intatti nella Lituania.
Attori capaci di restituire con gli sguardi e poche battute la paura, l’ansia, l’istinto di sopravvivenza si sono rivelati i sei bambini protagonisti del disperato viaggio verso un futuro possibile. In particolare i più grandicelli, Helena Phil e Levin Liam che riflette sull’esperienza vissuta: “Abbiamo immaginato che cosa di terribile accadeva a questi bambini, ci siamo immedesimati nella loro situazione, anche se non dobbiamo dimenticarci che quella non è la nostra vita”.
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