I 6 PIU’ AMATI DAGLI ITALIANI


Riusciranno Aldo, Giovanni e Giacomo a conquistare la vetta della classifica dei dieci film italiani più visti dal 1972 a oggi?
Stando ai numeri degli ultimi fortunati incassi il traguardo sembra essere assolutamente alla loro portata. L’inizio dell’anno 2001 ha infatti confermato il trend in ascesa del trio più felice d’Italia.
Chiedimi se sono felice a cavallo di Capodanno 2000/2001 si è portato a un totale di 45 miliardi in sole tre settimane di programmazione. Quasi a metà della scalata verso gli 87 miliardi de La vita è bella, che premiano Roberto Benigni ai vertici della top ten del cinema italiano.

I magnifici sei

Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Leonardo Pieraccioni, Enzo Barboni, Castellano e Pipolo: questi, in cronologia, i registi che guidano la classifica dei primi sei incassi della storia del cinema italiano aggiornata agli anni 70.
Il bisbetico domato (1980), diretto da Castellano e Pipolo, chiude le fila di questa classifica avulsa, con un incasso, uniformato alla moneta corrente, di 59 miliardi, 162 milioni e 304mila lire. Un risultato che premia il successo di un intramontabile beniamino del pubblico italiano, non solo cinematografico, come Adriano Celentano, costretto a vedersela con un esuberante Ornella Muti.
La quinta postazione è occupata da Continuavano a chiamarlo Trinità (1972) con 69 miliardi, 299 milioni, 704mila lire. La seconda apparizione sullo schermo dell’irrefrenabile cow boy interpretato da un giovane Terence Hill conferma alla regia Enzo Barboni di Lo chiamavano Trinità (1971), ma guadagna al botteghino più consensi della prima.
Al terzo e quarto posto ben due Pieraccioni, rispettivamente con Il Ciclone(1996) e Fuochi d’artificio (1997), quest’ultimo, pirotecnicamente, a una rispettabile quota di poco oltre i 70 miliardi (L.70.098.916.000).

Sul podio

L’exploit cinematografico del “bel” Leonardo si piazza invece saldamente al terzo posto, con un totale d’incassi pari a 74 miliardi, 610 milioni, 135mila lire. Una postazione che salda il rapporto della produzione cinematografica con il grande pubblico e segna, in qualche modo, la sussidiarietà della settima arte alla sorellastra tv.
Al secondo posto troviamo con 82 miliardi, 447 milioni, 849mila lire, (finalmente!) il film più autoriale, quell’ Ultimo tango a Parigi diretto da Bernardo Bertolucci che dal 1972, data della sua uscita nelle sale, a oggi, ha conosciuto persino l’onta della censura. Un dato che da solo non basta, certo, a giustificare come semplice “pruderie” la postazione d’onore, il cui merito invece va a un regista cui autorevolezza e stile hanno varcato i confini nazionali. Anche grazie a Ultimo tango.
Primato indiscusso, con oltre 87 miliardi (L. 87.438.000.000), va a La vita è bella (1997) di Roberto Benigni. Capace di superare anche sul mercato estero Ultimo tango (45 milioni di dollari contro 43) nonostante la presenza sulla scena di una star internazionale come Marlon Brando.
L’onda lunga degli Oscar ha sicuramente favorito, prolungandola, la programmazione del film di Benigni, ma trovarlo al primo posto fa davvero bene al cuore, oltre che al cinema italiano. Premia autorialità e popolarità insieme. Una sintesi non sempre coniugabile. Lo stesso tentativo di Aldo, Giovanni e Giacomo. Adesso tocca a loro.

autore
05 Gennaio 2001

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