VENEZIA – “Non so come possa reagire una donna stuprata, sicuramente ci sono modalità differenti. Nel film aleggia un clima di sospetto, è una dimensione interessante: da attrice mi sono impegnata a renderlo credibile”.
Isabelle Huppert parla così del personaggio de La Syndacaliste, presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, in cui interpreta una sindacalista, Maureen Kearney, ispirata a un caso realmente accaduto in Francia: una donna stuprata in casa propria (non si sa da chi e sottoposta a un lungo processo) con l’obiettivo di essere intimidita dal potere politico maschile, nel momento in cui il suo ruolo professionale era quello di rappresentante sindacale della centrale nucleare di una multinazionale francese.
“Noi non eravamo né a favore, né volevamo sminuire – spiega l’attrice – e lei, quello che fa, è combattere perché è stata profondamente ferita, anche dal clima di sospetto, dimostrando di essere coraggiosa e avere dignità. La sua reazione, la sua ‘freddezza’, era nella sua natura: il clima di sospetto arriva forse per l’impassibilità che lei ha creato, ma che le apparteneva naturalmente. Subito dopo lo stupro, si mette il rossetto: può sembrare strano, ma credo sia (stato) un gesto di sopravvivenza”.
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