Lui ha scritto la Storia dell’architettura e del design e là, tra la magnificenza delle montagne della Val Martello, a 2160mt di altitudine, dove regna la Madre Natura montana, Gio Ponti – architetto e designer, pittore e manager, “un inventore … un outsider rispetto agli altri” – aveva progettato lo Sporthotel Paradiso.
L’hotel di lusso che, “percepito come un corpo estraneo”, dal basso all’alto, guardava le montagne altoatesine, nato nel periodo fascista, s’è trasformato in una cattedrale nel deserto: da quasi 80 anni sopravvive lì un’opera di creatività architettonica, dimenticata in stato di completo abbandono.
Questa storia, questa denuncia, questo rammarico, lo raccontano Erald Dika e Thomas Saglia in Hotel Paradiso, un documentario con le animazioni di Al Grameno. È un viaggio nella creatività, nella società e nel tempo, in cui comunicano fascino e decadenza, rimozione e memoria, tra passato e presente, di questo “luogo che non dà risposte, ma lascia delle domande”.
Un libro, Destinazione Paradiso di Luciano Bolzoni, docente e studioso di architettura alpina, ha posto l’attenzione sul progetto di Ponti, che per qualcuno potrebbe anche essere un ecomostro, mentre invece “è una cosa da scoprire”. L’Architetto, con gli ingegneri Soncini e Fornaroli, progettarono lo Sporthotel Paradiso, edificato nel ’36, specchio dell’epica del Ventennio, ma – già nel ’43 – l’albergo subì una metamorfosi divenendo punto di spionaggio per i tedeschi, fino alla fine della Guerra Mondiale. Nel libro si mette sotto la lente d’ingrandimento il progetto architettonico e la vicenda di uno spazio creato dall’uomo che non ha goduto di grande fortuna, nonostante la geografia e un’idea che rasenta il rivoluzionario, capace di precorrere i tempi considerata la creazione negli Anni ’30, nello spirito pontiano proprio di “verticalità, slancio e leggerezza”, senza vergognarsi di portare l’architettura urbana in alta quota.
La sua anima di luogo destinato alla leggerezza del tempo libero, per accogliere le persone nel proprio svago, è dunque durata ben poco e il Paradiso, definitivamente chiuso, è un monumento che sorveglia la vallata, sublime e inquietante.“Demolire le sperimentazioni di una storia passata, forse, non è completamente corretto” ma le ruspe arriveranno, nonostante questo “oggetto” stia a cuore a parecchia gente, perché è “un oggetto di proprietà privata che bisogna rispettare”, con i proprietari che non hanno mai accordato proposte statali di tutale dell’edificio, seppur – al contempo – ci siano pareri per cui “non ha molto senso mantenere un’icona architettonica in rovina”. Un ineluttabile destino, prima o poi accadrà?
Hotel Paradiso viene proiettato al BFFB – Bolzano Film Festival Bozen il 18 aprile alle 21 e il giorno successivo alle 19.
Tra gli altri premiati anche Sleeping with a Tiger di Anja Salomonowitz e While the Green Grass Grows di Peter Mettler
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