Horror-novela anni ’70 per Tim Burton


In origine, Dark Shadows è una serie televisiva, molto popolare negli Stati Uniti, misconosciuta qui da noi. Eppure, dopo una rapida ricerca online, ci si rende conto che il programma, una sorta di soap-opera dai connotati macabro-orrorifici, popolata da streghe, vampiri, lupi mannari, mostri, viaggi nel tempo e quant’altro, ha generato già degli spin-off cinematografici negli anni ’70 e dei rifacimenti televisivi anche abbastanza recenti (l’ultimo è del 2004).

Tim Burton, che da sempre si è dichiarato fan del serial – come anche Madonna e Quentin Tarantino– è stato entusiasta quando il suo attore-feticcio Johnny Depp non solo gli ha proposto di farne il remake, mettendosi a disposizione per il ruolo del protagonista principale, il vampiro Barnabas Collins, ma addirittura di investirci in prima persona co-producendo il film, ora pronto e in uscita con Warner l’11 maggio. “Ricordo che noi ragazzini tornavamo a casa di corsa – racconta Depp – alle quattro del pomeriggio, per vedere in tv le avventure di Barnabas. Allora non c’erano molte storie di vampiri e streghe e soprattutto non ce n’erano nella programmazione pomeridiana. E così, quando Tim ed io abbiamo iniziato a pensare ad una storia di vampiri, Dark Shadows è tornato subito nei nostri pensieri. E volevo che, al contrario degli esempi recenti, il mio Barnabas paresse davvero un vampiro”.

E pensare che, nella serie tv, Barnabas, interpretato da Jonathan Frid, appariva per la prima volta soltanto dopo un anno di programmazione, decretandone però la definitiva consacrazione. Altra caratteristica del modello originale è che il cast, piuttosto ristretto, si comportava esattamente come una compagnia teatrale, scambiandosi spesso i ruoli a seconda delle necessità. Il risultato era che spesso un personaggio era interpretato da attori diversi, o che lo stesso attore interpretava diversi personaggi.

La riedizione burtoniana invece, perfettamente incesellata nel moderno star system, conta su un panel solido che comprende, oltre a Depp, Michelle Pfeiffer, Eva Green, l’immancabile compagna di vita Helena Bonham Carter e la stella crescente Chloe Moretz, oltre a un divertito cameo della rockstar Alice Cooper.
Molte delle gag più riuscite – perché il film vira presto nel filone ‘comedy’, a dispetto della serie che si manteneva al limite sul grottesco – si basano sull’ambientazione.

 

Dopo essere stato colpito da una maledizione che lo trasforma in succhiasangue, lanciata dalla strega Angelique (Green), che lo ama non corrisposta, Barnabas si risveglia infatti, dopo un sonno di secoli, negli anni ’70, trovandosi improvvisamente a contatto con la cultura hippie e lisergica di quel periodo, che è un po’ quello in cui la serie originale, partita nel ’66, veniva prodotta. “Non potevamo pensare a nessun’epoca più surreale – dice ancora Depp – I primi anni Settanta erano strani, lo erano per allora, come lo sono adesso. Il 1972 è stato un anno interessante, di grandi cambiamenti in tutti gli aspetti della vita, l’arte, la televisione, gli oggetti. I giovani erano strani, hippie, figli dei fiori, la musica era strana, gli oggetti lo erano”.

Per sceneggiare il tutto, il dinamico duo Burton-Depp si è affidato a Seth Grahame-Smith, lo scrittore ‘minimo sforzo massima resa’ che è arrivato in cima alle classifiche con ‘Orgoglio, Pregiudizio e Zombie’, operazione di ‘copincolla’ furba – e geniale, almeno commercialmente parlando – che ibridava storie di morti viventi al romanzo di Jane Austen .
In cambio, Burton ha prodotto Abraham Lincoln – Vampire Hunter, tratto da un altro libro di Smith.

autore
10 Maggio 2012

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