Hofer&Ragazzi, storie di ordinario sessismo

La coppia di registi firma Dicktatorship. Fallo e basta!, ironico e provocatorio documentario inchiesta sull'Italia, un paese dove maschilismo e violenza di genere hanno ancora un ruolo predominante


BOLOGNA. Due persone su tre hanno nostalgia dell’uomo forte nell’Italia patria del latin lover. Del resto è il Paese che per un ventennio ha idolatrato Mussolini e poi Berlusconi per altrettanti due decenni in quanto entrambi rappresentanti a pieno titolo del machismo e del sessismo. Per capire le ragioni di questo fenomeno inossidabile i registi Gustav Hofer e Luca Ragazzi, coppia gay nella vita e nel lavoro, firmano un ironico e provocatorio documentario inchiesta, Dicktatorship. Fallo e basta!, presentato al Biografilm Festival e uscita evento al cinema il 10, 11, 12 giugno distribuito da Wanted.

Un giorno, a colazione, una battuta infelice di Luca – “Tutto sommato mi piace Angela Merkel è una donna con le palle”- insinua il dubbio sul loro rapporto di coppia: come mai anche un uomo progressista come Luca ha comportamenti sessisti senza neanche esserne consapevole o minimizzandoli ? L’educazione, il contesto sociale, la cultura dominante del nostro paese sono all’origine di questa diffusa mentalità? Per rispondere a queste semplici domande Hofer&Ragazzi compiono un viaggio nel Belpaese, confrontandosi con una varietà di situazioni e incontri che alla fine li porterà a un primo, semplice e significativo gesto in controtendenza.

Nel loro peregrinare, alla ricerca di una verità possibile, si ritrovano anche in un’insolita sagra, più che festa, del c…. che omaggia con spettacoli l’attributo maschile o in una manifestazione di integralisti cattolici, sostenitori del partito ‘Il popolo della famiglia’. “Con Dicktatorship abbiamo voluto raccontare come una società fallocentrica non possa produrre che atteggiamenti maschilisti e sessisti. E come questi siano trasversali e indipendenti dal ceto sociale, dalla provenienza geografica, dall’orientamento politico – spiegano i due autori – Abbiamo deciso di prendere il Belpaese come case-study perché senz’altro l’Italia è un paese dove il maschilismo – e ahimé la violenza di genere – hanno ancora un ruolo predominante. Da dove nasce questa idea balzana della supremazia maschile? Come reagiscono gli uomini di fronte all’emancipazione femminile? Come mai un sistema apertamente misogino viene ancora preservato? Perché ancora oggi si educano in modo profondamente diverso i figli maschie e le figlie femmine? Quale messaggio veicolano i media ogni giorno? Di chi è la responsabilità?”.

Per sciogliere i tanti dilemmi arrivano in soccorso gli esperti. C’è il colloquio con la psicologa Nicoletta Malesa di un uomo che acquista consapevolezza del comportamento violento con la propria compagna, e intraprende un percorso di cambiamento. Giorgio Vallortigara è il professore di neuroscienze che risponde al quesito se il cervello delle donne è diverso biologicamente da quello degli uomini. Sveva Magaraggia è la sociologa esperta in particolare di gender studies e di media. Rocco Siffredi, protagonista del cinema hard, spiega il segreto del fascino dell’amante latino. Il docente Stefano Ciccone ha elaborato una riflessione critica sull’identità del maschio con “Maschile plurale”: una rete di uomini impegnati contro la violenza maschile verso le donne e contro gli stereotipi di genere. Con la scrittrice Michela Murgia Gustav e Luca scoprono il maschilismo delle donne. Laura Boldrini, spesso bersaglio di pesanti attacchi misogini e di bullismo maschile in rete e non solo, racconta la sua campagna per la “femminilizzazione” di alcuni termini, sempre declinati al maschile. Il sociologo Michael Kimmel testimonia il suo impegno nella lotta al pensiero egemonico dell’uomo bianco e violento e a favore di un profondo cambiamento della mascolinità.  

Alla fine del loro viaggio Gustav e Luca, convinti che il nostro è un Paese ossessionato dal pisello, dove misoginia e omofobia sono facce di una stessa medaglia, compiranno un piccolo e significativo gesto di rivolta: rinominando la targa stradale dedicata a uno scrittore maschilista e attribuendola alla prima donna laureata, la veneziana Elena Lucrezia Corner, neppure ricordata con un’aula universitaria intitolata a suo nome.

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