Hip Hop sulla Croisette con “Il Grande Gatsby”


Se si pensa che Fitzgerald ha scritto alcune delle pagine più importanti de Il Grande Gatsby a Saint-Raphael, non lontano dalla Croisette, appare evidente che apertura più adatta per la 66ma edizione del Festival di Cannes, al via il 15 maggio, non poteva esserci. E’ un Gatsby diverso da tutte le altre versioni che abbiamo visto finora al cinema, compresa quella, conosciutissima, del 1974, interpretata da Robert Redford.

 

Questo Gatsby – il quarto al cinema, contando anche una versione muta del ’26 e una trasposizione del ’49, con Alan Ladd – vestito dello stile visionario e kitsch di Baz Luhrmann (Moulin Rouge, tra gli altri), è narrato a ritmo di Hip Hop e si muove in un innovativo ambiente tridimensionale, scelta al contempo rischiosa e coraggiosa, dato che non si tratta certo del classico film d’azione. “Ma – dichiara il regista – mi è sembrato il modo più efficace di narrare la solitudine, l’amore e la corruzione di una società destinata a schiantarsi, come la nostra. Fitzgerald è riuscito a prefigurare il disfacimento di una società e di uno stile di vita che sarebbe sfociato nel crack del ’29. Gli anni venti sono stati dominati dal proibizionismo, ovvero da una grande ipocrisia collettiva. Esattamente ciò che abbiamo vissuto noi: dieci anni fa c’era il mito della rapacità finanziaria e la furbizia era un valore, non poteva che seguire una grande crisi, che stiamo ancora vivendo sulla nostra pelle. Non volevo riprodurre il libro, ma rivelarlo al pubblico. Per leggere il libro ci vuole un sacco di tempo, e noi avevamo solo due ore, per cui abbiamo brutalmente spogliato la trama di tutto ciò che non era necessario. Abbiamo fatto un’accurata ricerca sulla New York di quel periodo, su quell’immaginario e le sue espressioni artistiche, volevo dare al pubblico le stesse sensazioni di chi ha letto il libro quando è stato scritto, ed erano centrali la musica, la moda e l’arte di quel tempo. Ma per tradurre l’esperienza di allora sono dovuto ricorrere a una musica afroamericana di strada, come l’hip hop. Fitzgerald amava il cinema, girare in 3D è stato un omaggio a lui. Ho studiato la tecnica di James Cameron e ne ho fatto un uso drammaturgico. E’ una scelta al servizio degli attori: Leonardo DiCaprio, Carey Mulligan e Tobey Maguire sono i migliori della loro generazione”.

In Usa il film è uscito il 10 maggio (da noi arriverà il 15, in concomitanza con la presentazione a Cannes) raccogliendo critiche tiepide. Il pubblico invece ha dimostrato di gradire: 51 i milioni di dollari incassati nelle prime 72 ore, grazie anche al sovraprezzo del 3D. Australia, ultimo film del regista, ne aveva incassati 49.554.002 in tutto il suo percorso mentre Moulin Rouge, 12 anni fa, arrivò a 57. Non è riuscito a spodestare il re Iron Man 3, ma comunque un ottimo risultato calcolando che ancora c’è tutto il mondo da conquistare, sperando di riuscire a superare il ricco budget di 150 milioni di dollari.

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13 Maggio 2013

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