Hellaro del regista Abhishek Shah, racconto che si interroga sul patriarcato e sulla ribellione femminile attraverso la libertà di danzare, si aggiudica il River to River Audience Award (il premio del pubblico) come miglior lungometraggio del 19° River to River Indian Film Festival, il festival di cinema indiano di Firenze
Il regista e sceneggiatore del film vincitore, Abhishek Shah e il produttore Prateek Gupta hanno dichiarato in un video messaggio: “È una sensazione estatica che un film uscito da una piccola e remota regione come il Kutch nel Gujarat possa connettersi così bene al pubblico italiano, che ha deciso di omaggiarci dandoci l’onore di questo premio quindi ne siamo molto felici”
Il film dipinge l’esistenza delle donne di un villaggio dei primi anni ’70 nel Rann di Kutch, che viene sconvolta dall’arrivo di un uomo misterioso, il quale con la sua musica, le aiuterà a trovare una via di fuga dalla realtà. Al centro della trama, la giovane Manjhri sposa un uomo del posto; da quel momento entra a far parte del gruppo di donne la cui unica occasione di fuggire dall’oppressione della società patriarcale è il tragitto quotidiano verso il pozzo, dove si recano per l’approvvigionamento dell’acqua. Una mattina troveranno qualcuno che cambierà le loro vite per sempre.
La giuria popolare ha inoltre assegnato il premio per il miglior documentario a My Home India della regista Anjali Bhushan che ha filmato le testimonianze dei superstiti polacchi dei campi di concentramento della Seconda guerra mondiale accolti in un campo di rifugiati a Kolhapur, in India.
Infine, a vincere il premio per il miglior cortometraggio è stato Seher di Sachin Aggarwal, lavoro che racconta il viaggio in taxi intrapreso dalla giovane Seher per andare a visitare il Taj Mahal. Durante il tragitto, un guasto alla macchina sarà l’occasione per instaurare un dialogo più approfondito con l’autista.
I film vincitori, e una selezione del Best Of di questa edizione del River to River, nel corso del 2020 saranno proiettati a Milano a presso lo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto, 2) e all’Isola del Cinema di Roma.
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