Gulliver giganteggia in 3D


Dal classico di Jonathan Swift al cinema 3D, ecco arrivare l’ennesima versione, modernizzata per l’occasione, de I fantastici viaggi di Gulliver, in un film di Rob Letterman interpretato dal dirompente Jack Black.
La pellicola, in sala dal 4 febbraio con Fox, trasforma il medico viaggiatore del ‘700 in un anonimo addetto alla posta di un quotidiano di New York. Ottenuto con l’inganno l’incarico di scrivere un pezzo sul triangolo delle Bermuda, Gulliver si reca sul posto e in men che non si dica si trova legato come un salame da una miriade di lillipuziani.
Ma poi, presa confidenza con il nuovo mondo, inizia finalmente a giganteggiare, non solo per le dimensione corporee, ma anche per le grandi baggianate che è in grado di raccontare: si prende tutto il merito delle invenzioni del suo mondo e si colloca al centro di fondali avvenimenti storici. E infine dovrà condurre i suoi nuovi amici in una coraggiosa battaglia contro i loro storici nemici, i blefuscudiani.

Il progetto prende vita quando il produttore John Davis telefona a Black, che immediatamente accetta non solo come protagonista, ma anche come produttore esecutivo del progetto: “Ho colto al volo un ruolo del genere – rivela l’attore – era irresistibile: io, Gulliver, il viaggio ed essere un gigante in un altro mondo. C’erano tutti gli elementi necessari per realizzare un grande film. Gulliver sogna di diventare uno scrittore di viaggi e aspira a qualcosa di meglio, ma non ha il coraggio di mettersi in gioco e la paura lo blocca. Solo quando arriva a Lilliput, diventa un re”.

Assieme a Black, sempre forte sul versante mimico, ci sono Jason Segel, Emily Blunt, Amanda Peet, Darcy Silverman, Billy Connolly, Chris O’Dowd e Catherine Tate.
“Come accade a Gulliver – dice Segel parlando del suo personaggio – anche Horatio impara a sue spese che la mossa migliore, nella vita e in amore, è rimanere sé stessi”.

 

Da segnalare la peculiare tecnica di ripresa, realizzata con una nuova videocamera chiamata DualMoCo, utilizzata per la prima parte del film. In pratica la complessa tecnologia digitale sincronizza varie cineprese per catturare in tempo reale l’enorme Gulliver e i minuscoli lillipuziani nella stessa scena, nonostante l’ampia differenza di altezza dei personaggi. Largo uso naturalmente anche del green screen. Tra i doppiatori italiani c’è la coppia Patrizio Roversi/Syusy Blady, che danno voce rispettivamente al re e alla regina.

Il romanzo originale, scritto originariamente nel 1726 e poi riveduto nel 1735, coniuga fantasia e satira. L’autore lo pubblicò all’inizio sotto pseudonimo.
Presentandosi direttamente con il nome di Dr. Lemuel Gulliver, Swift faceva il resoconto di alcuni viaggi presso strani popoli, imitando (e parodiando) lo stile dei resoconti avventurosi comuni in quel periodo. Il libro fu pubblicato pochi anni dopo lo straordinario successo del Robinson Crusoe di Daniel Defoe e ottenne molta popolarità come libro destinato ai bambini.
In realtà, si trattava di una feroce critica alla società del tempo: ognuno dei viaggi diventa il pretesto per irridere, di volta in volta, il sistema giudiziario, i meccanismi del potere o la politica bellicista.

L’editore londinese Benjamin Motte, che ricevette la prima parte del manoscritto da un certo “Richard Sympson” nell’agosto del 1726, ne pubblicò la prima edizione – in due volumi – il 28 ottobre dello stesso anno. Il libro era stato però sottoposto da Motte a numerosi adattamenti e omissioni, nel timore che i lettori e le autorità inglesi potessero ritenere il testo sconveniente.
Solo nel maggio del 1727 si convinse a pubblicare una “edizione corretta” che teneva conto di alcune delle oltre 50 osservazioni sollevate dall’autore, ma non di quelle più sostanziali.

L’ultima versione, curata da Ford, più fedele alle intenzioni di Swift, venne pubblicata nella sua interezza solo nel novembre del 1734 (anche se il frontespizio porta la data del 1735) a Dublino, nel terzo volume delle Opere di Swift edite da George Faulkner.

autore
27 Gennaio 2011

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