Guerra, rivoluzione, riscatto. Si muove in questo nucleo tematico, profondamente contemporaneo e drammatico, la XXII edizione del Tertio Millennio Film Fest, a Roma dall’11 al 15 dicembre. Una rassegna nata sull’impulso di un pontefice, Giovanni Paolo II, in un momento in cui la Chiesa cominciava a guardare alla svolta del millennio. Un festival che favorisce il dialogo interreligioso e la riflessione sul sacro nelle sue declinazioni terrene.
Ce ne ha parlato mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, convinto che “mentre stiamo assistendo a un utilizzo strumentale delle differenze, i film in programma ci aiutano a vedere che l’altro non è una minaccia ma una risorsa e dunque dal cinema arriva un messaggio politico forte”.
Con Zan di Shinya Tsukamoto (ancora senza distribuzione) in apertura e Non fiction di Olivier Assayas in chiusura, la manifestazione si concentra in particolare sulla competizione, aperta a nove film di diversa provenienza geografica, tra cui il doc italiano Mother Fortress di Maria Luisa Forenza, che saranno giudicati da una giuria presieduta da Claudia Di Giovanni con esponenti cattolici, protestanti, islamici, ebrei e, per la prima volta, ortodossi. Una seconda giuria, formata da giovani e presieduta da Costanza Quatriglio, avrà il compito di valutare i cortometraggi del concorso “Noi ci siamo – Giovani, voglia di partecipazione e ricerca di senso”.
I lettori della Rivista del Cinematografo e del daily cinematografo.it assegneranno il Premio Opera Prima tra una selezione di 16 film italiani dell’anno. Eccoli: Beate di Samad Zarmandilli, Blue Kids di Andrea Tagliaferri, Dèi di Cosimo Terlizzi, Due piccoli italiani di Paolo Sassanelli, Favola di Sebastiano Mauri, Gli asteroidi di Germano Maccioni, Hotel Gagarin di Simone Spada, Il tuttofare di Valerio Attanasio, La casa di famiglia di Augusto Fornari, La terra dell’abbastanza di Fabio e Damiano D’Innocenzo, Manuel di Dario Albertini, Ovunque tu sarai di Roberto Capucci, Respiri di Alfredo Fiorillo, Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lamartire, Sconnessi di Christian Marazziti, The End? L’inferno fuori di Daniele Misischia.
Molti gli ospiti: Jewel Maranan (In the claws of a century wanting), Behrouz Noorani Pour (Dayan), Agnieszka Holland (Burning Bush), Eliran Elya (Doubtful), Paul Barakat (Kairos), Mahmoud Ben Mahmoud (Fatwa), Lia e Marianna Beltrami, Alganesh Fessah e il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson (Alganesh), Lucien Bourjeily (Heaven without people). Tra gli eventi più attesi il ricordo di Sergio Leone affidato a Carlo Verdone. Una chicca è il quasi inedito La cotta di Ermanno Olmi.
Il TMFF è organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS) con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali CEI, dell’Assessorato alla Crescita Culturale del Comune di Roma, della Regione Lazio, di Avvenire, di TV2000 e Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università Sapienza di Roma .
Si svolge sotto la direzione artistica di Marina Sanna (vicedirettore della Rivista del Cinematografo) e di Gianluca Arnone (coordinatore editoriale della Fondazione Ente dello Spettacolo). Partecipano al festival: l’Associazione protestante cinema “Roberto Sbaffi”, il Centro Ebraico Italiano “Il Pitigliani”, COREIS – Comunità Religiosa Islamica Italiana, INTERFILM, U.CO.I.I. – Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, UCEI – Unione delle comunità ebraiche italiane, Chiesa Ortodossa russa e georgiana. Le sedi della rassegna sono il Cinema Trevi (Vicolo del Puttarello 25) e la Filmoteca Vaticana (Palazzo San Carlo – Città del Vaticano)
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