VENEZIA – “Il film era molto complesso sulla carta, perché parla di cannibali, che è un tabù enorme: io stesso non sono attratto dal tema, ma è anche un’ibridazione di generi, però per me era importantissimo che fosse sublimato in un film d’amore”, dice un luminoso e socievole Luca Guadagnino in occasione di un incontro ristretto con la stampa italiana, subito dopo essere stato insignito del Premio.
L’autore è arrivato sul tappeto rosso, per la cerimonia di premiazione, “con mia madre, Alia: non se ne perde una ed era contentissima, ma io non me l’aspettavo”.
Guadagnino ha preso consapevolezza, anche dopo l’accoglienza alla Mostra che “è un film che colpisce in maniera viscerale e un po’ inesorabile, e come regista mi fa molto piacere: arrivati qui a Venezia abbiamo raccolto il consenso del pubblico e della critica: poi, subito dopo, siamo stati a Telluride, arrivati lì un po’ in sordina ma poi andati via che Bones And All era il film del Festival. L’effetto che il film riesce a fare è quello di metterti nelle scarpe di personaggi che sulla carta non avresti intenzione di seguire, ma poi segui il destino, l’impossibilità di due cannibali, e solo il cinema ci permette rischio, sfida, piacere”.
La storia potrebbe essere classificata come “di genere” ma Guadagnino dice: “Non penso sia un film horror ma una storia d’amore, come non credo che L’Esorcista sia un horror ma un film bergmaniano fatto a Hollywood. Non mi interessa fare horror di per sé e vorrei tanto che il pubblico si accostasse al film come storia d’amore: quando amiamo siamo estremi e spero che chi lo vedrà veda se stesso nei personaggi”.
Il film viene raccontato anche come “il primo film americano di Guadagnino”, che tiene a spiegare la questione della “geografia” creativa e produttiva: “Quando sono venuto alla Mostra nel ’93, e avevo 22 anni, vinse Short Cuts, ma c’era anche Film Blu (Leone d’oro ex aequo): ero confuso, era un sistema misterioso ma in questi trent’anni penso di essere riuscito a capirlo e una cosa vera è che non credo il cinema esista nei confini geografici, anzi questo approccio può generare un frutto dell’incesto, sono espressioni rachitiche di cinema. Il mio sforzo principale è aprire e catalizzare e che il massimo delle energie possano mescolarsi insieme. Bones And All non era scritto per me ma per Antonio Campos, è arrivato a me per caso: questo film esiste perché finanziato al 100% con capitali italiani ma girato al 100% negli USA. La virtù del cinema è nel creare sinergie, sbalzando in alto i cuori collettivi, per far espandere i confini. È stato un rischio: un film prodotto con capitali italiani e con un meraviglioso cast, ma solo a film finito, con un piccolo promo, l’abbiamo venduto alla MGM, ovvero Vision per l’Italia”.
Bones And All “l’ho girato negli USA, che amo ma non conosco così tanto: speravo di non essere sopra gli USA ma dentro: sono state scommesse affrontate, non so se vinte”.
Guadagnino, entusiasta ma con i piedi per terra, racconta che “ancora oggi quando vedo gente andare a vedere i miei film credo sia una cosa miracolosa, cioè l’idea che un oggetto che esce da te arrivi ad altre persone”. E, rispetto anche all’altro premio andato al film, quello per la sua attrice emergente, Taylor Russell, commenta: “il Mastroianni è un premio molto fortunato, come lo è stato per esempio per Jennifer Lawrence: trovo meraviglioso che attraverso il mio lavoro attori giovani possano avere un cambiamento nella loro carriera”.
Da Venezia all’Oscar, questo il destino di grandi titoli passati per la Mostra nelle edizioni recenti. Guadagnino, sollecitato sull’ipotesi, commenta: “Quando si fanno film che sono faticosissimi, in cui ogni giorno c’è il rischio che non siano completati, quando poi vengono fuori nel mondo siamo come genitori orgogliosi e ci si augura sempre il massimo. Intanto è un traguardo enorme anche il traguardo emotivo del film: ‘già così’ è stupendo”.
E, in un’ottica di futuro, o di presente che guarda al tempo prossimo, il regista conferma: “Ho finito da un paio di mesi le riprese di Challenger con Zendaya, che è favolosa; ma in questo momento ho finito questo film, Bones And All, che inizia a viaggiare nel mondo: la Warner Bros lo distribuirà nel mondo, una distribuzione straordinaria, il massimo a cui possa ambire”.
Il film esce nelle sale italiane il 23 novembre e, “all’incirca in contemporanea a livello internazionale”, conferma l’autore.
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