Nella prima uscita pubblica del governo alla 59^ Mostra, il sottosegretario Nicola Bono ha illustrato le linee della riforma del cinema progettata dal ministero, in attesa del convegno di lunedì prossimo, proprio sui nuovi assetti legislativi (è molto atteso l’intervento di Giuliano Urbani).
Per fine ottobre, il decreto dovrebbe essere pronto per l’esame delle Camere. Bisognerà invece aspettare fine settembre per la nomina delle nuove commissioni – dimissionate in estate le precendenti – che rimetteranno in moto il sistema dei finanziamenti.
C’erano Franco Bernabé, Gianni Massaro, Francesco Maselli, Grazia Volpi, Vittorio Sgarbi e molti rappresentanti di realtà, piccole e medie, dell’industri italiana ad ascoltare il vice di Urbani. Che ha riassunto nello slogan “coniugare botteghino e cultura” la linea Berlusconi per il cinema.
Per questo si punterà sul reference system nell’assegnare finanziamenti: faranno punteggio, cioè, i successi commerciali e artistici di autori e soprattutto produttori. Figura la cui centralità sarebbe stata in passato negata. Mentre sono previsti controlli e sanzioni per chi non utilizza correttamente i meccanismi. Quanto alle opere fuori mercato e agli esordienti, Bono accenna a un binario preferenziale ma sorvola sui dettagli tecnici.
Cruciale la promozione all’estero. Incrementare le coproduzioni, attrarre capitali stranieri sull’esempio della Gran Bretagna, che assorbe 800 milioni di euro l’anno; creare inoltre meccanismi di marketing mirati a singoli film perché la promozione “non si fa con i ricevimenti”.
Infine un accenno alla crisi delle pay tv. Forte è la preoccupazione del governo che venga a mancare lo sforzo delle tv a pagamento a favore del cinema.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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