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19 GENNAIO Lollobrigida protagonista su tutte le testate, da “Il Messaggero” alla “Gazzetta di Parma”. Basile su “L’identità” scrive del doc su Polanski; e su “Domani” si parla di "The White Lotus"


Le pagine degli spettacoli di oggi, 19 gennaio 2023, nella giornata dei funerali di Gina Lollobrigida, sono quasi tutte ampiamente dedicate alla diva:

LOLLOBRIGIDALollo, l’ultimo saluto tra lacrime e polemiche titola Emiliano Bernardini (p.66) sulla cronaca di Roma de “Il Messaggero”, e anche Francesca Pierleoni sceglie lo stesso soggetto sulla “Gazzetta di Parma”: I bersalieri per la Lollo (p.28). Un po’ tutte le testate nazionali – e locali – non mancano di omaggiare Gina Lollobrigida. In particolare, il quotidiano romano scrive che le diatribe sull’eredita della “bersagliera” continuano a tenere banco, nella querelle che vede protagonista anche il factotum Andrea Piazzolla: “Ho scelto il silenzio, di non farmi vedere. Perché se fossi andato, avrei dovuto prendere Xavier Rigau – l’ex marito, ndr – a calci nel c…, perché Gina questo si aspetterebbe da me. Ma siccome non sono uno che fa queste cose, non andrò al funerale perché non accetto quello che stanno facendo, è una vergogna. Non c’è il minimo rispetto nei confronti di Gina, né da parte del figlio, né del nipote, né di Rigau. Lui è arrivato in ospedale solo dopo che Gina non c’era più”. Mentre Pierleoni valorizza la gratitudine dell’Associazione Bersaglieri, arrivati alla camera ardente con due componenti con i cappelli piumati d’ordinanza. 

URSULA MEIEREmanuela Genovese su “Avvenire” (p.26) intervista la regista de La ligne, in sala dall’11 gennaio. L’autrice svizzera mette in scena “i difficili e profondi legami femminili” e dichiara: “Penso che la parola chiave del film sia amore: abbiamo bisogno di legami che siano il nostro supporto. In questa famiglia la madre sembra essere la vittima e nel corso del film perde questo ruolo perché, inconsapevolmente, genera il legame tra le figlie. Ogni sorella risponde in modo diverso all’immaturità genitoriale … Tutta questa famiglia ha un unico desiderio: dare e ricevere amore”. 

POLANSKI – HOROWITZ“L’identità”, nel pezzo di Benedetta Basile, Polanski Horowitz Ritorno in Polonia (p.21), dedica l’articolo all’uscita in sala, dal 25 gennaio, del documentario Polanski Horowitz Hometown – La strada dei ricordi, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022, in cui il regista e il fotografo “tornano in Polonia per condividere i ricordi legati alla loro infanzia: … hanno frequentato lo stesso liceo artistico … vissero i tempi difficili dell’ Olocausto e sono quindi testimoni della costruzione del ghetto e delle deportazioni nei campi di concentramento dalla loro città … da allora non hanno più fatto ritorno insieme a Cracovia, dove si sono dati appuntamento a quasi sessanta anni di distanza per questa speciale occasione”. 

LE 8 MONTAGNE – Continua il viaggio del film diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vendermeersch, tratto dal libro di Paolo Cognetti, autore che – come si legge sulle pagine milanesi del “Corriere” a firma di G.Gros (p.9) – stasera introduce il film al “Cinemino”: “Cognetti ha ambientato il romanzo sulle alte cime della Val d’Ayas, anche sfondo del film interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi”.

MEE TOO – Su “la Repubblica”, Roberto Nepoti titola Il Mee Too diventa cinema d’inchiesta (p.41): il giornalista fa riferimento al film She Said (già in anteprima al TFF 2022), in uscita dal 23 febbraio, tratto dal libro delle giornaliste Megan Twohey e Jodi Kantor. Per Nepoti: “Alla testa di un cast tutto al femminile, la regista Maria Schrader adotta uno stile di regia sobrio, sottolineato da una fotografia realistica. Senza rinunciare, però, a un ritmo coinvolgente e a un crescendo emotivo adeguato all’entità dello scandalo”, quello connesso al caso Weinstein, in attesa della sentenza del processo. 

THE WHITE LOTUSMattia Carzaniga su “Domani” scrive Perché The White Lotus è il grande meme di oggi (p.15): la serie “è l’underdog, il dark horse, chiamatelo come volete, delle ultime due stagioni televisive”. Carzaniga si concentra su un merito della serie, “oltre al fatto di averci confermato che gli ultimi saranno i primi (tema che, per la verità, non ho mai trovato così avvincente)”, ovvero “aver dimostrato che bastano (si fa per dire) un’ottima scrittura, ottima recitazione, ottimo senso del racconto (preferite usare la parola storytelling? va bene, ve lo concedo), e si può fare una grande storia. … Oggi, tra schermi grandi e piccoli, sembra che servano sempre chissà che distopie, chissà che geneologie di draghi, chissà che multiversi, altrimenti non se ne fa niente”.

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19 Gennaio 2023

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