PARTE LA FESTA DEL CINEMA Nelle pagine Spettacoli dei quotidiani di oggi l’argomento principe è l’apertura della Festa del Cinema di Roma, a cui “Il Messaggero” dedica anche un occhiello in prima pagina. Su “Il Giornale”, Pedro Armocida sottolinea le difficoltà che, causa, poco tempo a disposizione, ha dovuto affrontare la nuova direzione della kermesse. “Non deve essere stato per niente facile organizzare in poco più di sei mesi la 17ma edizione della Festa del Cinema di Roma, da oggi al 23 ottobre all’Auditorium Parco della Musica che dovrebbe essere intitolato ad Ennio Morricone anche se nel programma se lo sono già dimenticato. Ricordiamo (quasi) tutti lo psicodramma intorno alla nomina del nuovo direttore, con quello uscente, Antonio Monda, deciso a non mollare dopo sette edizioni, e con il nuovo presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gianluca Farinelli, nominato dal neosindaco Gualtieri, costretto a mediare per settimane”. Il “Corriere della Sera” pubblica un commento di Valerio Cappelli: “La Festa del Cinema torna oggi con una ritrovata voglia di impadronirsi delle città, di conquistarla, di riempire le sale che sono cresciute (gli schermi della rassegna salgono a 28) auspicando che tutto ciò si trasformi in una boccata d’ossigeno, rivitalizzando un settore che non si è ripreso, stante che la pandemia ha acuito una crisi che c’era da anni, oscurata in parte dai successi di Zalone e di qualche blockbuster americano”.
IL CINEMA ITALIANO CRESCE ALL’ESTERO Intanto dal MIA arrivano buone notizia per la produzione nazionale. La ricerca eMedia presentata ieri, di cui dà notizia Claudio Plazzotta su “ItaliaOggi”, segnala che i titoli italiani che hanno avuto una distribuzione all’estero nel 2021 sono stati 118, oltre il doppio rispetto ai 52 del 2017, con un valore economico generato dalla circolazione estera dei film pari a 114 milioni di euro, un boom se confrontato con i 30 milioni del 2017. Nello stesso articolo è riportato l’intervento di Nicola Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà, che ricorda con soddisfazione il fatto che i 19 teatri di posa degli Studi di via Tuscolana sono pieni. ”Siamo al 100% ovunque, abbiamo anche preso altri quattro teatri di posa di Lumina Studios a Roma nord, non riusciamo far entrare più nessuno. Quindi adesso è il momento di spingere sull’acceleratore usando i 260 milioni di euro che ci arrivano dal Pnrr per costruire nuovi teatri”.
LE SERIE EUROPEE Al MIA, ieri si è discusso anche delle nuove serie europee, frutto della collaborazione fra Rai, France Télévision e la tedesca Zdf, come segnala su “Il Giornale” un articolo di Laura Rio. “Ad oggi l’alleanza europea ha prodotto nove serie televisive, spaziando fra i generi avventura, thriller, fantascienza, period. Una, Sopravvissuti, sta passando su Raiuno. E le intenzioni sono di galoppare, tanto che i dirigenti delle tre emittenti hanno chiesto esplicitamente alla platea dei grandi produttori riuniti a Roma di presentare progetti (possibilmente ambientati nei tre Paesi) visto che i soldi e le possibilità di sono.
LA PERSONALITA’ DELLE SOCIETA’ DI PRODUZIONE Sul tema delle serie, intervistato su “La Repubblica” da Silvia Fumarola, interviene anche Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya, la società che ha realizzato titoli cult come Gomorra, Suburra, Romanzo criminale. Rispondendo alla domanda come si conquisti il pubblico, Tozzi dichiara: “La griffe di Armani ha certe caratteristiche, vedi una giacca e la riconosci: Prada ne ha altre. Così le società di produzione sono diventate come le griffe: Cattleya è diversa da Palomar, loro fanno Montalbano, noi Petra. Wildside ha un’identità molto forte, come Lux o Fandango solo per citarne alcune. Ognuno ha la sua cifra perché sono centri di ideazione e le idee nascono all’interno. Questo implica un giro di talenti”.
IL CINEMA SOPRAVVIVERA’? Sullo scenario globale dell’audiovisivo “La Gazzetta del Mezzogiorno” pubblica un intervento del regista Daniele Vicari, tratto dal suo libro Il cinema, l’immortale, in uscita il prossimo 18 ottobre. “La vera grande conseguenza della digitalizzazione del consumo audiovisivo degli ultimi dieci anni e è che il controllo della narrazione – scrive Vicari – è stato sottratto al narratore e messo nelle mani dello spettatore singolo. Nell’epoca delle piattaforme streaming e della serialità, sono gli algoritmi e i format che determino lo stile di un film. Con risultati paradossali. Chi conosce Noah Hawley? Eppure è il terzo fratello Coen. L’Italia non fa eccezione a questo trend. Anzi sono almeno 40 anni che nessun movimento reale emerge, nonostante miriade di convegni e dibattiti”.
Paola Cortellesi: "In nome di Giulia, basta. È fondamentale educare all'affettività", Paolo Sorrentino annuncia il nuovo film con Toni Servillo La grazia, Sean Penn contro l'Academy, Diana Karenne. La donna che visse sette volte, il nuovo romanzo di Melania Mazzucco
Nella rassegna stampa di oggi l'intervista a Lily-Rose Depp, protagonista di Nosferatu, al nuovo Zorro Jean Dujardin e al regista palestinese Rashid Masharawi
Tra le pagine dei giornali oggi una rocambolesca lite tra Vanzina e Eastwood per un parcheggio, l'accusa di Variety contro la serializzazione a Hollywood, un'intervista a Paola Minaccioni e il doc di Giovanna Gagliardo su Cesare Pavese
Salvatores: "Fellini mi incoraggiò tra i corridoi di Cinecittà", Filippo Ulivieri presenta il suo libro "Sulla Luna con Stanley Kubrick". L'intervista a Johnny Deep