PIRANDELLO SUPERSTAR
Ogni giorno, fra i film proposti alla Festa del Cinema di Roma, c’è un titolo che concentra su di sè l’attenzione dei quotidiani. Oggi è il turno de La stranezza di Roberto Andò. Al centro del film, come scrive Beatrice Bertuccioli sul Quotidiano Nazionale: “Un Pirandello non paludato, lui, nel 1934 Nobel per la Letteratura, quasi amico di due guitti”. Nello stesso articolo Andò spiega: “Il film nasce dal desiderio di raccontare il caos, questo rapporto continuamente confuso fra realtà e finzione, che per me, che sono siciliano, è parte della mia vita… Il film si riallaccia a quello che Sciascia aveva sempre scritto di Pirandello, ovvero che aveva trovato l’ispirazione per il suo teatro nel fluire contemporaneo di dramma e comicità, un po’ la cifra della vita in Sicilia”. Su La Stampa nell’articolo di Fulvia Caprara è invece Toni Servillo, protagonista del film, a dichiarare: “Pirandello è un grande scrittore che ci ha consegnato una lettura del senso della vita. Quella per lui divenuta ossessione, del continuo migrare dalla persona al personaggio. Non credo esista un’unica rappresentazione di Pirandello, ho cercato di sottrarlo ai cliché della pesantezza intellettualistica e delle forme accademiche. Ne La Stranezza vediamo come, mentre cova l’idea dei Sei personaggi, riprenda contatto con la vita, le voci, i paesaggi della sicilianità. Il film racconta in modo semplice l’avventura creativa di un’opera che ha cambiato il teatro”.
UN SIGNORE D’ALTRI TEMPI
“Era un signore perbene che entrava nelle case degli italiani bussando”. Così su Il Corriere della Sera, Valerio Cappelli definisce Lelio Luttazzi. Il musicista, presentatore,intrattenitore è raccontato in un documentario presentato alla Festa del Cinema, intitolato Souvenir d’Italie, in omaggio ad un brano di Luttazzi, entrato nel repertorio di Connie Francis e Perry Como. Scritto e diretto da Giorgio Verdelli, il documentario racconta il personaggio e soprattutto l’uomo vittima di un clamoroso errore giudiziario. Utile per non dimenticare meriti artistici e malagiustizia.
LA CINETECA IN PIATTAFORMA
Su Il Fatto Quotidiano Nanni Delbecchi dà conto di un fenomeno abbastanza imprevedibile: la crescita di proposte di film classici sulle piattaforme. “La vita è un boomerang, quel che si getta lontano prima o poi torna indietro. Capita che il cinema d’autore del secolo scorso, marginalizzato per non dire epurato dalla tv generalista (alla parola autore mettono mano a Bombolo) rinasca sulle piattaforme in streaming, dove stanno arrivando sempre più titoli da cineteca, e si va colmando un vuoto di mercato (anche tra gli spettatori c’è una massa di astenuti che non si sentono rappresentati dai Signori degli Anelli). Il topo di cineteca deve riconvertirsi in topo di salotto, ma sono tempi bunkerizzati, non c’è altra strategia di sopravvivenza”.
LA CULTURA DELLA DESTRA
In vista della prossima formazione del nuovo governo, un ampio servizio di Mirella Serra parte da una domanda: “Come sarà l’autunno culturale della destra non più di lotta ma di governo? Di cosa discuteremo? Quali i libri, le pellicole, gli spettacoli, gli eventi culturali che ci appassioneranno? Si va verso una cultura condivisa tra destra e sinistra?”. Riferendosi alla più recente produzione letteraria e cinematografica, Serra scrive: “La riscoperta di Benito Mussolini, il capo stimato dalla giovane Meloni, che oggi dalla premier in pectore è destinato alla naftalina, è più viva che mai secondo una rilettura dell’operato di Mussolini che deforma le indicazioni di storici come Emilio Gentile e Giuseppe Parlato. Il duce non solo ha fatto cose buone ma è stato soprattutto un leader socialista, fondatore delle egualitarie corporazioni, alleato dei lavoratori e non degli imprenditori, a fianco della destra liberale e conservatrice solo per motivi tattici”. Lo vedremo così anche nei film?
CINEMA & POLITICA
Sui rapporti fra cinema e politica interviene anche Il Manifesto con un articolo di Lucrezia Ercolani partendo dal film Amigo secreto di Maria Augusta Ramos. “Si tratta di un lavoro di ricostruzione della vicenda giudiziaria che ha scosso il Brasile negli ultimi anni e che diventa fortemente attuale ora, a nove giorni dal secondo turno delle elezioni in cui si confronteranno Lula e Bolsonaro. Il film prende il titolo da una chat di Telegram, intitolata appunto amico segreto, in cui il giudice Sérgio Moro consigliava strategia e passi da compiere al pm Deltan Dallagnol per incastrare Lula”.
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