Good Morning, Cinecittà

La Stampa analizza il fenomeno italiano dell'aumento vertiginoso dei film prodotti e della diminuzione degli incassi e ospita un intervento del regista Pupi Avati sulla crisi delle sale


AUMENTANO I FILM, DIMINUISCONO GLI INCASSI

Ad un fenomeno tutto italiano, l’eccessiva produzione di film e la crisi delle sale, La Stampa dedica oggi un ampio servizio. L’articolo di Fabrizio Accatino ricorda che “negli ultimi dodici anni i titoli prodotti in Italia sono davvero più che triplicati: nel 2010 erano 141, nel 2021 sono stati 481. Di questi ultimi, in sala ne sono usciti solo 153, pari al 43% dei titoli usciti (ma soltanto del 21% degli incassi).  Proporzione inversa per il film americani: con solo 75 titoli (il 21% del totale) si sono portati via il 58% degli incassi complessivi. Perché allora in Italia si produce così tanto se poi si incassa così poco, a volte, senza nemmeno uscire in sala? La risposta è nel sistema di incentivi pubblici, fondi e crediti d’imposta, che nel nostro paese consentono all’opera di ripagarsi prima ancora di uscire. Questo fa sì che sul cinema italiano a rischiare sia rimasto solo lo Stato, mentre per il produttore è sufficiente girarli. L’esito al botteghino è del tutto irrilevante, come dimostrano i vari titoli che hanno incassato pochissimo e di cui sono stati subito messi in cantiere i sequel”. L’articolo prosegue: “La pioggia di denaro pubblico che incentiva la produzione di film che in larga misura nessuno vedrà mai, non contribuisce nemmeno alla qualità del prodotto. Innanzi tutto perché – per andare sul sicuro con i finanziamenti – i produttori scelgono come intrepreti sempre i soliti noti e questo lascia al palo la nuova generazione di attori emergenti. Quella stessa logica del volto famoso ha spinto ultimamente le produzioni ad imbarcare nel cast anche personalità televisive e cantanti, anche quelle in grado di fare punteggio, quando si tratta di accedere ai sostegni pubblici”.

LA SALA INDIFESA

Sempre su La Stampa ad accompagnare l’articolo di Accatino è un’intervista, richiamata con un occhiello anche in prima pagina sul quotidiano torinese, con Pupi Avati, che punta il dito contro la politica, responsabile, secondo il regista, di non aver mai difeso adeguatamente la sala cinematografica. “Sto mandando – afferma Avati – messaggi accorati alla nuova Presidente del Consiglio. La mia supplica, apartitica, è che, per la prima volta nella storia di questo Paese, quello della Cultura sia considerato un ministero primario, visto che l’Italia si fonda sulla cultura”. Avati si augura che anche da noi venga promulgata una legge sul cinema simile a quella francese, “Quella legge – dice ancora il regista –  ha consentito alla Francia (a differenza nostra) di non essere travolta dalla crisi delle sale. Il nostro ex ministro per i beni culturali, però, non l’ha mai presa in considerazione. Ci saranno pure delle ragioni. E non vado oltre”. E sul complessivo stato di salute della nostra cinematografia, Avati commenta: “Il cinema italiano mi sembra tornato ambizioso, con produttori che ora pretendono anche bei film. Viceversa c’è una specie di tracollo verticale di quel cinema ‘carino’, le commediole su cui si è puntato in modo eccessivo negli ultimi due decenni, arrivando a raschiare il fondo del barile”.

IL WEB DISEDUCA IL PUBBLICO

Ma sui motivi del calo di presenze e incassi al botteghino, ancora su La Stampa si dà conto del parere di alcuni attori intervenuti nel convegno svoltosi nei giorni scorsi al MAXXI durante la Festa del Cinema di Roma. Se Valerio Mastandrea sostiene che “la disaffezione del pubblico parte dai contenuti, il cinema sembra talvolta incapace di raccontare le cose o di intrattenere raccontando”, Alba Rohrwacher denuncia la responsabilità dello streaming, che “crea una generalità dello sguardo, diseduca il pubblico, non sconvolge. E a noi attori viene solo richiesta spontaneità, far funzionare le scene, non approfondire i personaggi. Diventiamo come ombre”.

WARNER TV FRA CINEMA E SERIE

Su Italia Oggi si annuncia la partenza domenica 30 ottobre del nuovo canale in chiaro del gruppo Warner Bros Discovery interamente dedicato a film e serie. L’articolo di Marco Livi spiega che il nuovo canale attingerà alla corposa library della major americana con i supereroi DC Comics, i grandi classici, le serie di successo. Al debutto ci sarà la prima tv free di Justice League di Zack Snyder e il 31 ottobre, in occasione della notte di Halloween, sempre in prima serata arriveranno Nightmare 2: la rivincita e Nightmare 3: i guerrieri del sogno.

autore
25 Ottobre 2022

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