DONATO CARRISI E LA PAURA Arriva in sala giovedì 27 ottobre Io sono l’abisso, il nuovo horror/thriller dello scrittore/regista Donato Carrisi, presentato ieri alla stampa. Dedicano servizi al film e interviste all’autore diversi quotidiani. Fulvia Caprara su La Stampa ha chiesto a Carrisi perché la paura è così attraente. “Impariamo a conoscerla da piccoli – è la risposta – perché è dentro di noi e comprende tante cose, anche la curiosità. Nei miei racconti la paura può essere terapeutica, ha una soluzione, una spiegazione umana, cosa che nella vita reale non accade quasi mai, credo sia questa la ragione per cui il pubblico ami il thriller”. Sul tema della paura, elemento al centro di Io sono l’abisso, insiste su Il Messaggero anche Gloria Satta, che ha domandato a Carrisi se la paura sia cambiata dopo la pandemia: “No, è sempre un’emozione primaria, come l’amore. Non a caso le apprendiamo entrambe alla nascita”. E poi alla domanda ma lei Carrisi di cosa ha paura? L’autore risponde: “Di tutto, altrimenti racconterei storie diverse. E immaginare che ci sia una soluzione al pericolo, come la scoperta di un assassino, ha una funzione catartica. Ma oggi a spaventarmi di più è l’indifferenza”.
ZEFFIRELLI, IL CONFORMISTA RIBELLE Autore di tutt’altro tipo rispetto a Carrisi, Franco Zeffirelli è ritratto nel documentario di Anselma Dell’Oglio, Conformista ribelle, di prossima uscita. Del personaggio e del film scrive su Il Foglio Andrea Minuz: “E’ un riscatto tardivo. Magari l’inizio di una riscoperta, un omaggio, una scorribanda a più voci, un pezzo di storia dello spettacolo italiano. Di sicuro qualcosa che Zeffirelli meritava da tempo… Artista di fama internazionale, uomo del rinascimento prestato al cinema, al teatro, alla televisione, incarnazione di quel maestro che nel mondo è sinonimo di italianità, Zeffirelli fu infatti sistematicamente ignorato, denigrato o apertamente odiato in patria. Fischiato a Venezia. Sbeffeggiato nelle recensioni. Ridimensionato anche di fronte ai trenta milioni di spettatori del suo Gesù di Nazareth su Rai 1 nel 1977”.
IL GENIO DIMENTICATO DI ZURLINI Da un autore all’altro, Il Riformista, con un articolo di Giulio Laroni, ricorda Valerio Zurlini, in occasione del quarantesimo anniversario della scomparsa. “per capire lo stile di Zurlini – si legge – è illuminante il suo rapporto con Tolstoj, da lui amatissimo. Come Tolstoj, Zurlini si affida ad uno registro realistico e ad un’espressione limpida, all’insegna di una pennellata distesa, uniforme, sicura. Ma rispetto allo scrittore russo vi è qualcosa di più trattenuto, un vago distacco prodotto soprattutto dalle sue inquadrature lunghe. Zurlini dirige in punta di penna fermandosi a qualche passo dalla rarefazione senza però mai arrivarci. In Cronaca familiare la sua scrittura filmica si fa solenne e rilassata, in La prima notte di quiete acquisisce qualcosa di ancora più etero, quasi mahleriano. Egli non appartiene alla famiglia del cinema puro (l’estetica della frammentazione), ma quella del piano-sequenza e del montaggio interno: compone, dunque, in profondità, sfruttando i diversi piani dell’immagine”.
LA FANTASCIENZA VIVE DI UCRONIE Su Avvenire, Eugenio Giannetta analizza il successo delle serie televisive di fantascienza, partendo dall’attenzione ottenuta da una vecchia serie cult, Spazio 1999, proposta da Rai Teche, che, a dispetto di effetti speciali molto datati, sta entusiasmando anche le più giovani generazioni. Ma soprattutto Giannettta sottolinea il fatto che la fantascienza di maggior successo è quella che si basa sulle ucronie, ovvero sulla illustrazione di eventi ipotetici basati su previsioni assolutamente non realistiche. In proposito è citata la serie televisiva statunitense L’uomo nell’alto castello, prodotta da Amazon Studios e basata sul celebre romanzo La svastica al sole di Philip K.Dick, dove è immaginato un mondo alternativo nel quale, sconfitti nella seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti non esistono più e il loro territorio è stato spartito tra Germania e Giappone”.
Paola Cortellesi: "In nome di Giulia, basta. È fondamentale educare all'affettività", Paolo Sorrentino annuncia il nuovo film con Toni Servillo La grazia, Sean Penn contro l'Academy, Diana Karenne. La donna che visse sette volte, il nuovo romanzo di Melania Mazzucco
Nella rassegna stampa di oggi l'intervista a Lily-Rose Depp, protagonista di Nosferatu, al nuovo Zorro Jean Dujardin e al regista palestinese Rashid Masharawi
Tra le pagine dei giornali oggi una rocambolesca lite tra Vanzina e Eastwood per un parcheggio, l'accusa di Variety contro la serializzazione a Hollywood, un'intervista a Paola Minaccioni e il doc di Giovanna Gagliardo su Cesare Pavese
Salvatores: "Fellini mi incoraggiò tra i corridoi di Cinecittà", Filippo Ulivieri presenta il suo libro "Sulla Luna con Stanley Kubrick". L'intervista a Johnny Deep