Good Morning, Cinecittà

4 novembre - I quotidiani di oggi dedicano ampio spazio alla presentazione di Esterno notte, la serie di Marco Bellocchio, ma anche alle dichiarazioni di Nanni Moretti, al nuovo libro di Quentin Taran


BELLOCCHIO TORNA A RACCONTARE ALDO MORO  I quotidiani di oggi, con richiami in prima pagina su Il Mattino e Il Messaggero, dedicano ampio spazio alla presentazione di Esterno notte, la serie di Marco Bellocchio, che racconta il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, in arrivo su Rai Uno in tre serate il 14, 15 e 17 novembre. In proposito su Il Corriere della Sera, intervistato da Valerio Cappelli, Fabrizio Gifuni, che impersona lo statista, ne sottolinea la solitudine: “In Moro c’è la rabbia, la fede, l’offesa, il risentimento, si sente vittima di un tradimento. E’ uno dei fantasma della nostra storia, corpi a cui non è stata data degna sepoltura, e chiedono che la storia sia raccontata di nuovo”. E ancora Gifuni a proposito della somiglianza fra personaggio e interprete: “Abbiamo provato per mesi, fino alla decisione di togliere quasi tutto e affidarci all’idea che questa evocazione del fantasma se parte dell’interno produce anche somiglianza fisica. Volevo che l’attore non scomparisse dietro la maschera. L’unica cosa che ho chiesto era di alzare l’attaccatura dei capelli per creare uno spostamento nella proporzione del viso”.

Su Il MattinoTitta Fiore ha invece parlato con Toni Servillo che, nella serie interpreta papa Paolo VI, e dice: “Con Bellocchio eravamo interessati a rendere la complessità psicologica di un uomo che incarna un grande potere spirituale e temporale e si ritrova, come tutto il Paese, sotto shock per il rapimento. Quindi doveva emergere la sua fragilità, moltiplicata dal rapporto personale con Moro, che considerava quasi un figlio. Andava restituita una dimensione lirica del personaggio, diviso fra senso di responsabilità e misericordia. E, nello stesso tempo, dovevamo ricostruire una drammaturgia che tenesse conto della sua altezza intellettuale, del suo rigore alieno da gesti plateali”.

LA DENUNCIA DI NANNI MORETTI Ospite della Cineteca di Bologna, in occasione della rassegna Visioni Italiane, Nanni Moretti lancia un velenoso j’accuse nei confronti della produzione nazionale. “Ci sono troppi film d’autore che poi alla fine non sono belli e creano disaffezione. Sono brutti”. Così su La Repubblica nell’articolo a firma di Emanuela Giampaolo sono riportate le parole del regista. Che non risparmia critiche ai film commerciali: “Ci sono film che in teoria sono commerciali e in pratica non lo sono per niente. Otto film italiani commerciali su dieci, il pubblico si rifiuta di vederli dal primo giorno”. E tra le ragioni della crisi annoverate da Moretti anche la finestra troppo breve tra l’uscita in sala e quella sulle piattaforme streaming.

L’intervento di Moretti è ripreso anche da La Stampa, dove il regista illustra un quadro generale del settore assai sconfortante: “E’ il clima attorno al cinema e in particolare attorno al cinema in sala che non c’è. Tutti sono abbacchiati, lo spazio per le recensioni è sempre più piccolo, fino a scomparire, ci vorrebbe un clima che faccia capire che andare al cinema è una cosa bella e che quelli che non vanno al cinema non sanno che cosa si perdono”.

TARANTINO SCRITTORE Su Il Foglio, Mariarosa Mancuso si occupa di Cinema Speculation, il primo libro sul cinema firmato da Quentin Tarantino, che sarà pubblicato in Italia da La nave di Teseo. Il volume, come si legge, “non raccoglie monografie, ma pezzi di storia del cinema raccontati con una passione che fa di Tarantino uno dei registi più travolgenti in circolazione. Si fa perdonare anche i danni fatti alle nuove –ma non più di tanto- generazioni convinte che sia stato lui a inventare il cinema. Se leggessero Cinema Speculation (avendo finora evitato qualsivoglia storia del cinema) capirebbero che neanche il geniale Tarantino nasce dal nulla, figuriamoci chi di talento è scarso”.

L’OMAGGIO A GIGI RIVA Su La Gazzetta dello Sport Giancarlo Dotto ha intervistato Riccardo Milani, regista di successo, appassionato di calcio ed autore del documentario Nel nostro cielo un Rombo di tuono, ritratto pubblico e privato di un mito del calcio: Gigi Riva. Il giornalista sottolinea come la realizzazione del progetto, sia già di per sé un’impresa, considerata la ritrosia del campione a raccontarsi: “Ci ha messo vent’anni per convincerlo. Il corteggiamento più lungo e più pudico della storia. Da manuale dell’amore cortese. Discrezione, grazie, perseveranza. Riccardo Milani alla fine è stato premiato. E’ riuscito dove hanno fallito all’epoca i dirigenti di Juventus, Inter, Milan e chissà quanti altri, prima e dopo. Trasformare un no di Gigi Riva, l’hombre vertical per eccellenza, in un sì”.

 

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04 Novembre 2022

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