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8 NOVEMBRE “E’ il momento d’oro del cinema italiano, come un capitava da tempo” scrive Alice Sforza su Il Giornale


BUONE NOTIZIE PER IL CINEMA ITALIANO “E’ il momento d’oro del cinema italiano, come un capitava da tempo” scrive Alice Sforza su Il Giornale, commentando i risultati del week end al botteghino. “Il bellissimo La stranezza di Roberto Andò – argomenta – ha superato, primo film italiano a farlo nel 2022, la soglia dei 3 milioni di incasso. E’ una bella notizia, che in un certo senso rilancia il nostro cinema d’autore, considerando che, al secondo posto, ha debuttato con 700 mila euro in quatto giorni, L’ombra di Caravaggio di e con Michele Placido… se a questi aggiungiamo la buona tenuta de Il Colibrì (1.750.342 euro) e il risultato complessivo di Dante di Pupi Avati (1.610.342 euro totali) sembra di assistere ad una bella rinascita. Dove manca, paradossalmente, il nostro piatto forte, la commedia, troppo ripiegata su se stessa a rifare i film francesi, per riuscire ad incidere in qualche modo”.

Anche Valerio Cappelli su Il Corriere della Sera commenta gli esiti del week end e il successo de La stranezza riportando le dichiarazioni di Andò: “Essere primi con Pirandello, l’olio di ricino di tanti studenti delle scuole, dà ancora più soddisfazione. Racconto un mondo che sembra del passato e propone il pubblico come protagonista, sia dei lazzi con cui i Sei personaggi in cerca d’autore furono accolti al teatro Valle, che di quelli che accompagnavano il teatrino amatoriale proposto da Ficarra e Picone, che io immagino essere la genesi della commedia di Pirandello. Insomma è come se il pubblico delle sale di oggi si trovasse specchiato, come se diventasse pirandellianamente in cerca d’autore”.

LA MEMORIA DEL MINISTRO Sull’intervista rilasciata ieri a Il Giornale dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che auspicava la nascita di una cultura identitaria di destra nella produzione cinematografica e televisiva, replicano oggi diversi interventi sui quotidiani. In particolare a Sangiuliano, che chiedeva la realizzazione di una serie sulla vita di Oriana Fallaci, tutti ricordano che, proprio la Rai, l’ha già realizzata. Su La Stampa interviene con un approfondito commento Flavia Perina che scrive: “lo sforzo di disegnare da destra una cultura identitaria è assai arduo e sono comprensibili le difficoltà del neoministro Gennaro Sangiuliano nel dare la linea di una possibile svolta. Non solo i personaggi di riferimento del dio-patria-famiglia sono stati quasi tutti setacciati, ma anche nella sfera dell’invenzione c’è poco da aggiungere al mainstream conservatore che da molti anni domina le serate degli italiani. Si vorrebbe chiedere a chi lamenta l’egemonia della sinistra come fossimo ai tempi di TeleKabul: ma avete mai visto Don Matteo? L’avete mai vista l’infinita sequenza di serie televisive legge-e-ordine su polizia, carabinieri, guardie forestali e ogni altro corpo in divisa? Cosa vi manca la famiglia? Dieci stagioni con Nonno Libero e sei dei Cesaroni non sono sufficienti? Piuttosto bisognerebbe interrogarsi sulla difficoltà della destra ad abbandonare l’antico vittimismo per riconoscere che lo spirito conservatore, già da un pezzo, è spirito del tempo e costruisce il racconto popolare della tv italiana”.

GENOVA E’ TUTTA UN SET Sull’edizione genovese de La Repubblica si rileva come la Liguria e il suo capoluogo in particolare siano sempre più utilizzate come location di film e serie televisive italiane e internazionali. L’articolo di Erica Manna elenca le produzioni recenti svoltesi o in svolgimento nella regione: Sopravvissuti, Blanca, Petra, Hotel Portofino, The Serpent Queen, Blocco 181, che hanno prodotto 1.200 giornate trascorse dalle troupe nella regione, per un valore complessivo di spesa di 21 milioni di euro. Rispondendo alla domanda a cosa di deve un simile successo? Cristina Bolla, presidente della Liguria Film Commission, dice: “Intanto valorizziamo l’intera regione e non solo il salotto buono: quest’anno abbiamo girato in 83 comuni. Diverse location proprio per offrire variegate immagini delle città. Dialoghiamo direttamente con i broadcaster, facciamo consulenza, accompagniamo le produzioni anche in fase di scrittura, consigliamo i luoghi più indicati. L’idea di città che vogliamo dare non è quella di cartolina: ma reale, commerciale, vissuta. Le produzioni internazionali hanno bisogno di qualcuno che operi sul territorio. Noi li seguiamo in tutti gli aspetti”.

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08 Novembre 2022

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