L’EMIGRAZIONE AL CINEMA
Mentre l’emigrazione torna a scaldare il confronto fra le forze politiche e gli Stati, sul tema arriva in sala il film Tori e Lokita dei fratelli Dardenne, intervistati su Il Riformista da Chiara Nicoletti. Sulle caratteristiche del lavoro, che racconta le drammatiche vicissitudini di due emigranti, così si esprime Luc Dardenne: “In questo film c’è il lato oscuro, la clandestinità, la legge del più forte, il vivere o morire, la disuguaglianza, lo squilibrio. Poi però c’è anche l’aspetto avventura che è rappresentato da Tori, che è quello che si muove continuamente, che cerca di trovare la via di uscita e che ci fa sempre sperare, pensare che ci sia un finale positivo per i due protagonisti. Di fronte a questo movimento, bisognava anche portare la verità, la realtà in tutta la sua crudezza e tragicità”. E il fratello Jean-Pierre aggiunge: “Penso che, forse, uno dei messaggi di questi film realisti, se vogliamo chiamarli così, è dare vita a due persone, a due individui e non alla comunità dei migranti che fa così tanta paura e che spesso è vista dagli altri come pericolosa. Credo quindi che in qualche modo questo cinema voglia creare una sorta di dialogo silenzioso tra Tori e Lokita e tra Tori e Lokita e gli spettatori, in modo che si riesca in qualche modo a dare vita a due individui sulla scena”.
FAVINO VA IN GUERRA
Nella città di Taranto sono iniziate le riperse del Comandante, il nuovo film di Edoardo De Angelis con protagonista Pierfrancesco Favino nel ruolo di Salvatore Todaro, comandante del sottomarino Cappellini, impegnato nella Seconda Guerra Mondiale. Il 15 ottobre del 1940 il sommergibile affondò la nave mercantile belga Kabalo che trasportava materiali bellici destinati all’esercito inglese. Disobbedendo agli ordini ricevuti, Todaro salvò il 26 membri della nave affondata. Per le rirese del film – come si legge nell’articolo di Silvia Bracigni su la Gazzetta del Sud “è stato ricostruito in ogni dettaglio il sommergibile Cappellini, lungo 73 metri per 70 tonnellate di acciaio, creato a partire dai progetti trovati nell’ufficio storico della Marina Militare. La sua realizzazione, in collaborazione con Cinecittà ha coinvolto più di cento professionisti fra ingegneri, costruttori e artigiani. I lavori sono durati otto mesi e si sono conclusi con il varo all’interno del bacino dell’arsenale della Marina Militare”. Comandante è prodotto da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano, Attilio De Razza, Edoardo De Angelis in collaborazione con Marina Militare, Cinecittà e Fincantieri in coproduzione con Beside Production, e sarà portato in sala da 01 Distribution
CONSUMI TELEVISIVI
L’88% delle persone guarda ancora la tv tradizionale. Su Italia Oggi, Claudio Plazzotta dà conto di un’indagine realizzata da Mediaset su dati Auditel, Comscore e Swg relativa ai consumi degli OTT, secondo cui, fatto 100 il tempo trascorso davanti alle tv, le persone all’87,8% guardano programmi live trasmessi dai broadcaster, cioè la tv come la conosciamo. “Solo il 5,8% del pubblico – si legge – è invece connesso a piattaforme Svod (Infinity, Daze, Disney+, Netflix o Prime Video). Il 2% si intrattiene sulle piattaforme on demand dei broadcaster come RaiPlay, Sky, Discovery+, Mediaset, Infinity, ect. E infine il 4,4% usa la tv come monitor per game console, dvd, etc. All’interno di quel 5,8% di share che fa riferimento agli OTT, peraltro c’è da ricordare che solo una piccola parte di abbonati sceglierà l’abbonamento con pubblicità. Perciò dice Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, tenuto contro che gli OTT avranno pochi contratti pubblicitari e con profili molto verticali, temo che faranno molta concorrenza pubblicitaria alla carta stampata più che alla televisione”.
LA MEMORIA PRIVATA E COLLETTIVA DEI FILMINI SUPER 8
Un articolo di Giorgio Meletti su Domani è dedicato alla Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del film di famiglia di Bologna, che raccoglie i filmini privati in Super 8. “Intorno ai film a passo ridotto – scrive Meletti – si intrecciano due fenomeni. Da una parte una forma potente di arte cinematografica, dall’altro il recupero della portata collettiva e quindi storica della memoria visiva privata”. L’articolo cita l’esempio del film Terre Femme della regista americana Courtney Stephens basato su una lunga ricerca negli archivi di home movies in giro per gli Stati Uniti. “La Stephens ha messo insieme e raccontato film amatoriali, girati fra gli anni Venti e Cinquanta del secolo scorso da donne americane in genere ricche. Il messaggio arriva in modo convincente: un occhio addestrato sa riconoscere se un film è girato da un uomo o da una donna, e una donna con una cinepresa in mano racconta per prima cosa il suo sguardo e quindi, sia pure involontariamente, la propria emancipazione culturale”.
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