Good Morning, Cinecittà

6 DICEMBRE - "L'Enigma Avatar 2" proposto da Federico Pontiggia su "Il Fatto Quotidiano" è al centro della rassegna stampa di oggi, dove c'è spazio anche per il doc I ragazzi delle scorte e i consigli


L’ENIGMA AVATAR 2. È atteso come la panacea per risollevare le sorti di un mercato ancora asfittico, ma su Il Fatto Quotidiano Federico Pontiggia solleva dei dubbi sugli esiti che potrà produrre Avatar 2. Un’incertezza che nasce dal fatto che il nuovo film di James Cameron, in uscita il 14 dicembre in Italia e due giorno dopo negli Usa, è tutt’oggi un oggetto ignoto: nessuno lo ha visto e l’anteprima stampa è stata cancellata. “La Seconda di Cameron –scrive Pontiggia- si dibatte fra la certezza di essere troppo grande per fallire e la paura per un consumo audiovisivo drasticamente mutato dal 2009: tredici anni dopo, il 3D è questo sconosciuto, le piattaforme streaming imperano e concedersi un bis al box office di quasi tre miliardi di dollari pare peregrino. Che fare? Per ora, giocare a nascondino con la stampa”. In più, citando il New York Times Magazine, Pontiggia fa notare: “Avatar è stato il film di maggior incasso della storia, ma per anni è stato ricordato principalmente per essere stato dimenticato. Come mai? Il settimanale ne stigmatizza la sorprendente mancanza di impatto culturale”.

NON DIMENTICARE I MORTI DI MAFIA Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero e Il Corriere della Sera dedicano articoli e servizi a I ragazzi delle scorte, un documentario, disponibile su RaiPlay e destinato a passare il 30 dicembre su RaiUno, dedicato agli otto agenti che morirono negli attentati contro Falcone e Borsellino. Prodotto dal ministero dell’Interno e dalla Presidenza del Consiglio, il film è stato proiettato ieri in anteprima al Quirinale alla presenza del presidente Mattarella. Nel documentario – riporta Stefania Ulivi su Il Corriere delle Sera – si ascolta fra le altre la voce di Rosaria Costa, “il suo discorso al funerale rivolto agli uomini della mafia e quella frase potente, io vi perdono ma mettetevi in ginocchio, se avete la possibilità di cambiare, è rimasta nella memoria di tutti. Nel film, Rosaria ricorda quel momento che le ha cambiato la vita per sempre. Dopo trent’anni non vedo più Vito come un marito, ma come un figlio. Mi sento la madre di un figlio che non ha avuto giustizia e questo fa ancora più male. Parlo di lui ma penso a tutti loro, otto poliziotti, otto ragazzi morti per tutti noi”.

PREPARARSI AL NATALE CON IL CINEMA Su Avvenire Sergio Perugini, segretario della commissione film della Cei, l’organo preposto dalla chiesa cattolica alla valutazione morale dei film, fornisce alcuni consigli e propone un breve elenco di titoli da visionare in vista della prossima festività del natale. Accanto alla non sorprendente presenza di Sul sentiero del Natale, proposta pastorale, culturale ed educativa commissionata proprio dalla Cei, gli altri film consigliati sono: Tori e Lokita dei fratelli Dardenne; Come un disincanto di Adam Shankman, che ”tra lampi di fantasia e performance in chiave musicale riflette sul raggiungimento della felicità nel quotidiano”; Chiara di Susanna Nicchiarelli, ritratto della santa di Assisi, e, abbastanza imprevedibilmente, Il principe di Roma di Edoardo Falcone per “la presenza di un uomo ricco e inaridito dalla vita che si scopre capace di amare e di virare dall’Io al Noi”.

IL TAX CREDIT HA UCCISO IL CINEMA ITALIANO È la tesi sostenuta da Michele Lo Foco, avvocato esperto in materia audiovisiva, attraverso un lungo articolo pubblicato da HiTech-Magazine. Scrive Lo Foco: “il Tax Credit che erroneamente viene ritenuta una norma che vale per tutti, non è assolutamente così democratico come si pensa di farlo apparire per i seguenti motivi. Il primo, quasi indicibile, è che solo le aziende di peso possono costruirsi un castelletto di fatture in eccesso, per usare un termine bonario. In questo modo il Tax Credit, calcolato su entità maggiorate, riduce di molto il costo del film. Il secondo è che le banche, a tassi quasi raccapriccianti, offrono i loro servizi per operazioni corpose e non per piccoli importi. Pertanto piccoli e medi produttori non riescono a rendere liquidi i loro crediti d’imposta se non durante le riprese del film…. Ma non basta: il prodotto va piazzato, perché se è vero che con il Tax Credit e magari con la delibera dei selettivi si è riusciti a terminare le riprese, restano debiti a scadenza e l’incertezza del futuro…  Il metodo Franceschini è lo tsumani che ha cancellato il settore portando con sé tutti coloro che vivevano in basso e salvando quelli che vivevano in alto, protetti da Anica, da Rai, da Sky e dalle piattaforme, nel silenzio imbarazzato del Consiglio superiore”. 

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06 Dicembre 2022

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